La qualità dell’aria in Europa lascia ancora molto a desiderare e molti europei sono esposti a sostanze atmosferiche inquinanti e nocive. Quasi un terzo degli abitanti delle città europee è esposto a concentrazioni eccessive di particolato nell’aria. C’è ancora una forte esposizione all’ozono e al benzo(a)pirene, che è cancerogeno. Se poi si guarda ai dati italiani, emerge come il Belpaese guadagni una poco invidiabile maglia nera per la qualità dell’aria: sfora infatti i limiti europei per particolato, ozono, monossido di carbonio, nickel e benzene. Record negativo assoluto per l’ozono, per il quale nel 2010 la concentrazione di alcune aree ha superato di oltre due volte la soglia limite. Male anche la presenza di monossido di carbonio. Il quadro è tracciato dal rapporto dell’Agenzia europea per l’ambiente.
Lo studio sulla “Qualità dell’aria in Europa”, presentato oggi a Bruxelles, evidenzia le carenze nella qualità dell’aria dei paesi europei. L’Italia, come detto, non è in buono stato. Nel 2010 è fra i paesi che ha superato più spesso il valore limite annuale per le PM10 (in vigore dal 2005) insieme a Polonia, Slovacchia, Balcani e Turchia. Ci sono una eccessiva presenza di nickel nell’aria e di benzene/benzopirene, valori alti di particolato, valori elevati per concentrazione di polveri sottili, mentre l’unica nota positiva è un miglioramento progressivo del numero di sforamenti su basi giornaliere delle PM10.
Spostando lo sguardo all’Europa, emerge che quasi un terzo degli abitanti delle città europee è esposto a concentrazioni eccessive di particolato in sospensione nell’aria (PM), che è una delle sostanze inquinanti più nocive per la salute umana in quanto penetra nelle parti sensibili dell’apparato respiratorio. La relazione dell’Agenzia europea per l’ambiente indica dunque che molte parti d’Europa continuano ad avere forti problemi in tema di qualità dell’aria. Sostiene Janez Potočnik, Commissario per l’ambiente: “Questa relazione serve a ricordarci quanto sia importante la qualità dell’aria per la salute dei nostri cittadini. Ecco perché voglio che il 2013 sia l’Anno della qualità dell’aria e perché intendo concentrarmi sul rafforzamento della nostra normativa in materia per poter affrontare i problemi che sono stati individuati oggi.”
L’istantanea della situazione europea dice che, per quanto riguarda il particolato (che rappresenta il maggior rischio per la salute dovuto all’inquinamento atmosferico nell’UE), nel 2010 il 21% della popolazione urbana era esposta a livelli di concentrazione di PM10 superiori ai valori limiti giornalieri fissati dall’Europa, mentre fino al 30% della popolazione urbana era esposta a livelli di concentrazione del particolato più fine (PM2,5) superiori ai valori limite annuali (meno severi) fissati dall’UE. Prendendo a riferimento i valori dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che sono più severi, emerge invece che rispettivamente fino all’81% e al 95% degli abitanti delle città si trovavano esposti a concentrazioni di PM superiori ai valori di riferimento stabiliti per la protezione della salute umana.
Nei centri urbani è elevata l’esposizione all’ozono: il 97% degli abitanti delle città dell’UE nel 2010 era esposto a concentrazioni di ozono superiori al livello di riferimento dell’OMS. Il 7% degli abitanti delle città europee è esposto a livello di biossido di azoto superiori ai valori limite europei.
Capitolo dolente è quello del benzo(a)pirene, che è cancerogeno: fra il 20 e il 29% della popolazione urbana europea fra il 2008 e il 2010 era esposta a concentrazioni superiori al valore obiettivo europeo, che deve essere rispettato entro il 2013, mentre sono aumentate le emissioni registrate negli ultimi anni. Unica nota positiva è la riduzione delle emissioni di biossido di zolfo.
Commenta il direttore esecutivo dell’AEA Jacqueline McGlade: “La politica perseguita dall’Unione europea è riuscita a ridurre le emissioni di molte sostanze inquinanti nel corso dell’ultimo decennio, ma si può fare di più. In molti paesi, le concentrazioni di sostanze inquinanti rimangono sopra i limiti legali raccomandati stabiliti per proteggere la salute dei cittadini europei. In effetti l’inquinamento atmosferico riduce l’aspettativa di vita di circa due anni nelle città e nelle regioni più inquinate.”


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