A Bruxelles si sta decidendo la futura strategia energetica e climatica dell’Unione Europea. Al centro della discussione ci sono i nuovi obiettivi da fissare entro il 2030, dopo che la strategia 20-20-20 ha fissato, per il 2020, un taglio del 20% delle emissioni di CO2, un incremento del 20% delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica. E’ il momento per guardare avanti ed alzare il tiro, ma non tutti sono d’accordo su quali saranno i prossimi obiettivi. C’è chi vuole un taglio delle emissioni del 40% e un incremento di fonti rinnovabili del 30%.
E’ la posizione della Commissione Ambiente del Parlamento Europeo, che lo scorso 9 gennaio ha approvato una risoluzione contenente questi obiettivi. Ed è la posizione sostenuta dai Ministri dell’Ambiente di 4 Paesi europei, tra cui il Ministro italiano Andrea Orlando, che con i colleghi di Germania, Francia e Inghilterra, ha inviato una lettera alla Commissione dichiarandosi favorevoli a sostenere questi nuovi obiettivi, chiedendo all’Europa di rafforzare l’impegno per una rapida transizione dal modello energetico basato sui fossili a quello fondato su efficienza ed energie pulite.
“La posizione del Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando, che insieme ai suoi colleghi tedesco, inglese e francese ha chiesto formalmente che l’Unione europea fissi al 40% il taglio delle emissioni di gas climalteranti entro il 2030, è un segnale importante e prezioso di consapevolezza” commentano Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, esponenti di “Green Italia”. “Orlando con la sua iniziativa – affermano gli esponenti ecologisti – mostra di comprendere fino in fondo che schierare il nostro Paese all’avanguardia nella lotta ai cambiamenti climatici è sì un urgente imperativo ambientale e sociale, visti i danni che già si osservano legati alle alterazioni del clima, ma è anche una grande, straordinaria occasione di innovazione e sviluppo per il nostro sistema economico”.
“Infatti, è grazie ai target già in vigore se l’Italia ha conosciuto in questi anni di crisi un promettente decollo delle energie rinnovabili, che in controtendenza con la recessione ha fatto nascere e crescere migliaia di aziende e creato decine di migliaia di posti di lavoro. Portare l’obiettivo del taglio delle emissioni al 40% sarebbe dunque, per l’Italia e per l’Europa, un atto di responsabilità e di lungimiranza: speriamo solo che l’accelerazione di Orlando valga a superare le resistenze, gli ostacoli di quanti, da Confindustria al ministro Zanonato, finora hanno preferito difendere gli interessi  parzialissimi dei grandi gruppi dell’energia fossile piuttosto che quelli generali dell’Italia”.
Domani, 22 gennaio, forse già sapremo in che direzione andrà  l’Europa: la Commissione Europea presenterà le proposte per il nuovo Quadro strategico per l’azione per il clima e l’energia entro il 2030. La proposta approderà al Parlamento Europeo a febbraio.


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