Anno nuovo, mal’aria vecchia. Il 2013 riceve infatti in eredità città piene di smog, dove i giorni di sforamento dei limiti previsti dalla legge per le polveri fini sono tanti in troppe città – 51 sulle 95 monitorate da Legambiente superano il bonus previsto – e dove la Pianura Padana si conferma una zona critica, con 18 città nelle prime venti per superamento dei limiti delle PM10. Smog e rumore, però, colpiscono tutto il paese, alle prese con un’aria cittadina viziata da PM10, PM2,5, ossidi di azoto, ozono e decibel fuori controllo. I dati sono della campagna Mal’aria di Legambiente.
Invece di essere anno europeo dell’aria, afferma l’associazione, il 2013 si prospetta come anno dello smog, viste le performance delle città italiane in termini di inquinamento atmosferico: nel 2012 in tutti i principali centri urbani sono stati superati i livelli di polveri fini (PM10). Sono 51 le città, tra le 95 monitorate da Legambiente nell’ambito della classifica “PM10 ti tengo d’occhio”, che hanno superato il bonus di 35 giorni di superamento del valore medio giornaliero di 50 microgrammi/metro cubo stabilito dalla legge.
Alessandria, Frosinone, Cremona e Torino sono le prime classificate, rispettivamente con 123, 120 e 118 giorni di superamento. Tra le prime dieci città anche Milano, con 106 giorni di superamento. Superano i cento giorni di sforamento anche Parma, Vicenza, Brescia e Verona. Superano i 90 giorni di sforamento Bergamo, Asti, Monza, Reggio Emilia, Mantova, Padova, Benevento e Rovigo. In generale è l’area della Pianura Padana a confermarsi come la zona più critica con 18 città tra le prime 20 posizioni.
Ma non è solo il nord a soffrire di elevati livelli di inquinamento. Al ventesimo posto c’è infatti Napoli con 85 giorni di superamento e a seguire Cagliari (64 giorni), Pescara e Terni (62 giorni), Ancona (61), Roma (57) e Palermo (55).
Sono invece pochi, ma fuori norma nella metà dei casi, i dati relativi alla presenza di PM2,5 – frazione delle polveri con diametro inferiore ai 2,5 micron. Il valore obiettivo è di 25 microgrammi/metro cubo come media annuale, ma i valori sono fuori norma nel 50% delle città monitorate da Legambiente, con Torino, Padova e Milano ai primi posti e un valore medio annuo compreso fra 35 e 33 microgrammi/metro cubo.
In 24 città su 83 monitorate, gli ossidi di azoto superano la concentrazione media annua di 40 microgrammi/metro cubo stabilita dalla legge. Firenze, Torino, Milano e Roma sono ai primi posti della classifica. L’ozono nei mesi estivi è elevato in 44 delle 78 città monitorate da Legambiente nel rapporto Ecosistema Urbano. Anche in questo caso, ai primi posti ci sono le città del nord Italia: Mantova (130 giorni di superamento della soglia stabilita dalla legge), Lecco (94), Bergamo (90), Reggio Emilia (89) e Parma (85).
C’è poi il tema del rumore: secondo uno studio commissionato dal Ministero dell’Ambiente olandese l’inquinamento acustico prodotto dal traffico causa danni (dall’ipertensione all’insonnia all’aumento della pressione) al 44% della popolazione europea e costa 326 miliardi di euro alla sanità comunitaria. Secondo il monitoraggio della campagna Treno Verde di Legambiente, in Italia le città più rumorose sono Bari, Napoli, Roma, Bologna, Genova e Torino.
“Il 2012 si chiude con una conferma sugli elevati livelli di inquinamento atmosferico che respiriamo nelle città italiane e lo smog è destinato a caratterizzare anche l’anno appena cominciato. E a chiedere all’Italia misure risolutive per ridurre l’inquinamento atmosferico a fine anno è stata pure l’Europa con una sentenza della Corte di giustizia nei confronti del nostro Paese – ha dichiarato la direttrice generale di Legambiente Rossella Muroni – Evidentemente, il problema dell’inquinamento e delle città invase dal traffico non può più essere affrontato in maniera parziale e limitata”. Cosa fare? Intanto, immaginare un nuovo uso del territorio, con una mobilità a basso tasso di motorizzazione, più aree car free, più piste ciclabili e riduzione del parco auto circolante, che in Italia raggiunge da sempre livelli da primato rispetto al resto d’Europa.


Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!



Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella per confermare l'iscrizione
Privacy Policy

Parliamone ;-)