Torna lo “sciopero dei migranti”, la giornata di mobilitazione indetta per il primo marzo che, alla quarta edizione, intende sensibilizzare sui temi del razzismo e della lotta allo sfruttamento. Come dicono i promotori della campagna, “la giornata del Primo Marzo, giunta nel 2013 alla sua IV edizione, offre un rinnovato momento di impegno e di lotta contro sfruttamento e razzismo: una mobilitazione di migranti ed autoctoni per affermare la dignità dell’essere umano, il diritto alla libera circolazione, il valore del meticciato.  Il primo sciopero degli stranieri, avvenuto nel 2010, ha segnato un passo importante nella lotta per i diritti dei migranti e per il riconoscimento del carattere multiculturale della nostra società. Da allora, sono nati in tutta Italia tanti comitati Primo Marzo che in questi quattro anni sono riusciti a coinvolgere associazionismo, politica ed istituzione”.
Non si tratta di un vero sciopero ma di una serie di mobilitazioni e iniziative diffuse che chiedono fra l’altro una nuova legge organica sull’immigrazione e il riconoscimento dei diritti di cittadinanza e di voto, come chiesto dalla campagna L’Italia sono anch’io. Viene inoltre denunciato il “razzismo di stato” esistente nei Cie-Centri di identificazione e di espulsione.
I promotori della campagna chiedono dunque il diritto alla libera circolazione di tutti e di tutte e il riconoscimento del diritto a poter scegliere il luogo in cui vivere; una legge organica sull’asilo politico e la proroga dell’emergenza Nord Africa fino a che tutti i profughi abbiano concluso l’iter per la richiesta d’asilo e monitorando l’attivazione di un serio percorso per l’inserimento sociale; una nuova legislazione in materia di immigrazione che abroghi la Bossi-Fini e i decreti sicurezza, cancellando il contratto di soggiorno e ricono­scendo diritti effettivi e dignità piena ai migranti.
Fra le richieste, c’è inoltre quella di chiudere i CIE, di cancellare il reato di clandestinità e di riconoscere la cittadinanza per tutti i figli di migranti nati o cresciuti in Italia, nonché il diritto di voto amministrativo per gli stranieri residenti.


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