Numerosi rapporti e articoli di stampa italiani hanno messo in luce un eccessivo affidamento di bambini in casa-famiglia o all’affidamento familiare, tanto da far parlare di «allontanamenti facili». Spesso i minori vengono allontanati per motivi generici (ad esempio conflittualità, problemi economici, inidoneità genitoriale, problemi abitativi), senza una reale possibilità di ascoltare i genitori e i minori coinvolti, sulla sola base dei rapporti dei servizi sociali e delle perizie psichiatriche o psicologiche”: è quanto scrive il vice presidente del Parlamento europeo Roberta Angelilli in una interrogazione sui minori temporaneamente fuori dalla famiglia di origine. I dati più recenti indicano che i minorenni accolti temporaneamente presso i servizi residenziali familiari e socio-educativi e le famiglie affidatarie sono circa 30 mila, con un aumento del fenomeno del 24% rispetto al periodo 1998/1999.

L’interrogazione presenta una situazione preoccupante: “Allo stato attuale, non si riescono a distinguere gli allontanamenti realmente necessari da quelli che, con un’adeguata politica di sostegno alle famiglie in grado di prevenire e risolvere i disagi, potrebbero essere evitati, soprattutto senza allontanare i bambini dai propri genitori – si legge – Fatto salvo il rispetto del principio di sussidiarietà, può la Commissione chiarire se la situazione sopra descritta possa considerarsi compatibile con l’applicazione della vigente normativa UE in compimento di quanto previsto dall’articolo 24 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (diritti dei minori), dagli articoli 47 e 48 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE nonché dall’articolo 6 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (diritto a un processo equo e diritti della difesa)? Può inoltre indicare le modalità per informare e sensibilizzare genitori e operatori del settore sui temi legati alla famiglia, con particolare enfasi sulla necessità di preferire il supporto alla famiglia in difficoltà e di considerare l’allontanamento del minore dal proprio nucleo familiare come soluzione estrema?”.


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