La famiglia cambia ma la legge non tiene il passo: le coppie di fatto in Italia sono sempre più numerose ma continua a esistere un vuoto normativo che rende difficile il riconoscimento di diritti e doveri reciproci. Tutto questo diventa incertezza sui rapporti patrimoniali e sulla tutela reciproca. Dopo l’Open Day per le famiglie di fatto lanciato lo scorso novembre, il Notariato insieme alle associazioni dei Consumatori ha presentato oggi la Guida del Cittadino “La convivenza, regole e tutele della vita insieme”. Commenta Albino Farina, Consigliere Nazionale del Notariato: “Una convivenza informata è una convivenza tutelata”.
La Guida permette di approfondire anche lo strumento del “contratto di convivenza” predisposto dal Notariato e col quale si possono disciplinare contrattualmente diversi ambiti della convivenza per le coppie di fatto, fra i quali l’abitazione e la proprietà dei beni, il mantenimento del convivente in caso di bisogno e l’assistenza per malattia. In assenza di matrimonio diventa infatti fondamentale conoscere gli strumenti che possono definire diritti e doveri di ciascun convivente ed è proprio per rispondere a questa necessità che è stata presentata la Guida, realizzata dal Consiglio Nazionale del Notariato e 11 tra le principali Associazioni dei Consumatori (Adoc, Altroconsumo, Assoutenti, Casa del Consumatore, Cittadinanzattiva, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Unione Nazionale Consumatori).
Il vademecum fornisce consigli utili a tutelare gli interessi di chi convive. La Guida permette di chiarire la differenza fra coppia sposata e coppia di conviventi, dà indicazioni per regolare aspetti quali la gestione della casa di residenza comune o il suo acquisto, le decisioni su mantenimento, istruzione ed educazione dei figli, l’assistenza in caso di malattia, nonché le disposizioni sulla successione anche per quanto riguarda i figli nati fuori dal matrimonio. Spiega il Notariato: “È importante sapere, ad esempio, che per quanto riguarda il regime patrimoniale della coppia spetta ai conviventi supplire al vuoto normativo con gli strumenti negoziali e contrattuali più adeguati alle loro esigenze per evitare situazioni di litigiosità in caso di fine del rapporto. Il convivente, inoltre, non matura alcun diritto sulla casa se essa è di proprietà del partner: è quindi consigliabile ridefinirne la proprietà per evitare che si possa rimanere senza un “tetto”, nel caso l’unione dovesse rompersi. Inoltre, per i coniugi il testamento è un’opzione, mentre per i conviventi diventa una necessità. Nel caso venisse a mancare un partner, infatti, l’altro potrebbe trovarsi privo di qualsiasi tutela”.
Spiega il notaio Albino Farina, Consigliere Nazionale del Notariato Responsabile dei rapporti con le Associazioni dei Consumatori: “Quello delle convivenze more uxorio sta diventando un fenomeno socialmente sempre più rilevante. Gli ultimi dati Istat parlano quasi di un numero doppio di coppie di fatto fra il 2007 e il 2011. A fronte di questa rilevanza sociale, si registra un certo vuoto normativo. Fatta eccezione per sporadici interventi del legislatore su argomenti molto specifici, ancora non c’è una regolamentazione della tutela dei beni e degli interessi comuni, specie sotto il profilo dei rapporti patrimoniali, per due persone che o per libera scelta, o dello stesso sesso, o perché non liberi da vincoli matrimoniali precedenti, decidono di vivere insieme senza sposarsi. A fronte di ciò il Consiglio Nazionale del Notariato e le associazioni dei consumatori hanno pensato di approntare uno strumento, questa Guida per i cittadini sulle convivenze tutelate, per informare con un linguaggio trasparente ed efficace sullo stato della situazione, per regolamentare con strumenti alternativi a quelli di legge inesistenti i loro rapporti, specialmente quelli patrimoniali. Riteniamo – continua Farina – che una convivenza informata sia una convivenza tutelata. Soprattutto per quanto riguarda aspetti importanti della vita insieme: la casa, la residenza comune, le spese di mantenimento dei figli, la pianificazione successoria e gli acquisti effettuati durante la convivenza. Questo soprattutto in funzione del momento in cui la convivenza dovesse cessare. Durante la convivenza l’amore supplisce a molte mancanze. Ma nel momento in cui il rapporto dovesse cessare, attraverso questa regolamentazione si cerca di prevenire situazioni di alta criticità e litigiosità che sarebbero devastanti soprattutto se dal rapporto sono nati figli”.
“Una Guida per il cittadino non può che avere ad oggetto i rapporti patrimoniali – precisa Farina – Quando parliamo di rapporti personali, in determinati settori non può che intervenire il legislatore, in altri neanche può intervenire perché andrebbe a confliggere con libertà costituzionalmente garantite. Il contratto di convivenza e gli strumenti indicati nella Guida del cittadino possono regolamentare in maniera quasi esaustiva i rapporti patrimoniali e solo marginalmente alcuni rapporti personali, come l’assistenza in caso di malattia o le decisioni sulla contribuzione alle spese per il mantenimento dei figli o sull’affidamento dei figli. Al di là di ciò non è possibile regolamentare i rapporti personali”.
Quali dunque le possibilità in caso di salute e figli? Spiega il notaio: “Sulla salute la Guida informa sulla situazione e puntualizza che è possibile per il convivente, dietro autorizzazione dell’altro convivente, assisterlo in caso di malattia grave, di lesioni, di infortuni seri, e andarlo a visitare. In base alla normativa esistente, è possibile con una delega ottenere informazioni sensibili sullo stato della salute, sulle cure, sulle opportunità di interventi di carattere terapeutico. Altra possibilità sottolineata dalla guida è la designazione dell’amministratore di sostegno. Questa figura, prevista dal nostro codice civile, consente a una persona che, anche per motivi temporanei, si trova nell’impossibilità di curare i propri interessi, di essere assistita da un amministratore di sostegno nominato dal magistrato. È possibile però designare l’amministratore di sostegno quando si è perfettamente lucidi, in grado di intendere e di volere: è una persona che nel futuro, di fronte a un’eventuale menomazione e incapacità, possa prendere una serie di decisioni concordate anche in materia di accanimento terapeutico, di cure e di salute. Questo sottolinea la guida. Per quanto riguarda i figli, – prosegue Farina – la guida mette in evidenza che ormai, grazie a un recente intervento normativo, non esistono più differenze fra figli legittimi, nati all’interno del matrimonio, e figli naturali nati fuori dal matrimonio, tanto che questa stessa terminologia è stata espunta dal codice civile. Per le decisioni sui figli, i conviventi possono legittimamente contrattualizzare la contribuzione alle spese di mantenimento dei figli e decidere per l’affidamento dei figli in caso dovesse cessare la convivenza”.
Il contratto di convivenza si differenzia dunque da altri strumenti classici e vuole essere un accordo ampio che pianifica in maniera organica tutta la regolamentazione dei rapporti patrimoniali. “Non sempre è necessario recarsi da un notaio: in ogni caso è opportuno, in altri casi è necessario”, spiega Farina. Di certo l’iniziativa mira a colmare un vuoto legislativo che si protrae da tempo: in Italia ancora non si è legiferato in materia. “Ritengo che il vuoto normativo ponga l’Italia in una posizione singolare in Europa e anche nel mondo – commenta il notaio – Trascurando il discorso dei rapporti personali, credo che almeno sotto il profilo dei rapporti patrimoniali sia venuto il momento che il legislatore dica la sua. E la nostra iniziativa di mettere sotto i riflettori le convivenze tutelate vuole essere indirettamente anche una forma di pressione sul legislatore, perché intervenga”.
Aggiunge il presidente del Movimento Difesa del Cittadino Antonio Longo: “Come associazioni di cittadini, oltre che di consumatori, non possiamo ignorare il fatto che una parte sempre più rilevante della popolazione non sceglie il matrimonio come presupposto della convivenza. Coppie giovani e mature, persone separate o divorziate, anziani che decidono di condividere la loro vita (e le loro magre pensioni) facendosi compagnia, hanno il diritto di essere tutelate nei loro diritti fondamentali pur in assenza di un vincolo matrimoniale. Per alcune di queste persone, peraltro, nel caso siano dello stesso sesso, il matrimonio sarebbe comunque precluso, a differenze di altri Paesi europei. Questa Guida vuole essere uno strumento facile e comprensibile ma completo che aiuti tutti coloro che convivono a conoscere meglio i loro diritti aiutandoli anche a tutelarli”.
La Guida è scaricabile gratuitamente dal sito web del Notariato (www.notariato.it) e da quelli delle associazioni dei consumatori che hanno collaborato alla sua realizzazione.
 
@sabrybergamini


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