Il Consiglio di Stato ha respinto in maniera definitiva il ricorso presentato dalla MIlte Italia avverso una pronuncia dell’Antitrust che, nel 2007, la condannava per pubblicità ingannevole. La sanzione era stata comminata per una campagna pubblicitaria del 2006 attraverso cui la Milte reclamizzava il prodotto Piùlatte. Il messaggio finito sotto la lente dell’Agcm era il seguente: “produrre più latte senza passare al latte …. aumentare la durata dell’allattamento al seno………ridurre gli episodi di mastite…….. migliorare le funzioni epatiche della mamma durante l’allattamento”.Secondo l’Agcm (che si è avvalsa dell’apporto dell’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione – INRAN) la pubblicità enfatizzava l’efficacia generalizzata dell’integratore alimentare, che era in grado di aiutare l’organismo della madre ma non di migliorare la qualità del latte materno. Per queste ragioni l’Agcm, sulla base dei massimali previsti dalla legislazione vigente all’epoca dei fatti, ha punito con 26.100 euro di multa la Milte Italia. Nel 2008 la stessa Autorità ha deliberato un’ulteriore multa di 39.100 euro perché la nuova pubblicità, seppur modificata, continuava a dare messaggi ingannevoli sulle proprietà dei prodotti.
Già il Tar Lazio si era espresso in maniera favorevole all’Antitrust contestando la tesi della società secondo cui le madri che allattano al seno sono consumatrici consapevoli e mature, mettendo invece in evidenza la loro particolare vulnerabilità psicologica, e quindi la possibilità che siano più facilmente attratte da messaggi “accattivanti” come quelli della Milte .
Se volete approfondire la tematica delle false promesse di alcune pubblicità degli integratori alimentari, visitate il sito di Assoutenti.


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