Google e il web sono ormai diventati oracoli di onniscienza in ogni ambito, compreso quello della salute. Il 49% della popolazione italiana dichiara infatti di usare internet per cercare una diagnosi “fai da te” ai piccoli e grandi sintomi rilevati sul proprio corpo. La fiducia nello specialista rimane tuttavia indiscussa e solo per il 13% dei professionisti questa è scemata a causa dell’uso del web.  Se da una parte infatti cresce l’allarmismo diffuso e l’influenzabilità di chi si informa online, dall’altra, il 52% dei medici specialisti italiani dichiara di aver visto migliorato il proprio rapporto con i pazienti che si rivolgono in prima istanza al “Dottor web”.

A rivelarlo è l’ultima indagine di Dottori.it (https://www.dottori.it), portale per la prenotazione online di specialisti. Il miglioramento del rapporto medico- paziente riguarda particolarmente l’area geografica del Sud e delle Isole: fra loro la percentuale sale al 56%. Gli aspetti di miglioramento indotti dall’utilizzo di Internet riguardano soprattutto la maggiore interattività della relazione (52%) e la personalizzazione (15%).

L’8% ha dichiarato di avere una relazione più approfondita con chi ha in cura. In buona sostanza, dice l’indagine, con il web il paziente è cambiato: secondo il 45% dei medici, chi richiede la loro consulenza è più attivo nella ricerca di un dottore che sia specializzato proprio nel trattamento della sua patologia.

Tuttavia, non mancano i punti di ombra: il 39% dei professionisti dichiara di ricevere pazienti più allarmati da ciò che hanno letto sul web circa i loro sintomi. La fiducia riposta in ciò che si trova su internet porta il 38% degli specialisti intervistati a notare come ci siano sempre più persone portate all’autodiagnosi e più disposti a farsi influenzare dalle storie lette in rete (per il 34% dei rispondenti).

Positivo invece il ruolo che il web ricopre nell’ambito della prevenzione, tanto che per il 34% degli specialisti i pazienti italiani sono diventati più attenti a questi temi proprio grazie a internet. Contrariamente a quanto si possa pensare, però, internet non ha reso i pazienti più aperti nel parlare di tematiche sensibili: soltanto l’8% dei medici ha notato una maggiore disinvoltura verso problemi “imbarazzanti”.

“La discussione sul ruolo del web nel mondo della salute viene spesso affrontata dal punto di vista dei pazienti e raramente da quello dei medici”, sostiene Paolo Bernini, CEO di Dottori.it. “Per questo abbiamo pensato di chiedere agli specialisti quali ripercussioni avesse avuto la diffusione di internet sulla loro professione. Potrebbero sorprendere scoprire che sono over 60 gli specialisti che reputano il rapporto con i pazienti 2.0 più interattivo; in realtà, dalla crescita del nostro portale, notiamo come la fascia d’età di un medico, così come di un paziente, non sia più la discriminante dell’uso della tecnologia offerta dal sito”.


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