“Sospensione cautelare” dei rialzi decisi dalle aziende di telecomunicazioni dopo il passaggio dalla bolletta a 28 giorni alla fatturazione mensile. È quanto deciso ieri dall’Antitrust, che interviene nel corso del procedimento avviato verso le aziende di tlc e chiede agli operatori di definire in modo autonomo la propria offerta. La questione scaturisce dal fatto che, col passaggio alla bolletta mensile, le tlc hanno comunicato che la spesa annuale sarebbe stata distribuita su 12 canoni anziché su 13. I consumatori hanno denunciato aumenti pari all’8,6%.

“Tutti e quattro gli operatori hanno precisato che tale rimodulazione tariffaria, benché comportante l’aumento dei singoli canoni (+8,6%), non avrebbe modificato il prezzo annuale dell’offerta di servizi”, si legge nel provvedimento dell’Antitrust. Che però teme il cartello e le ripercussioni sui consumatori e dunque “ha deliberato – si legge in una nota – l’adozione di misure cautelari nell’ambito dell’istruttoria avviata lo scorso febbraio per accertare la sussistenza di un’intesa tra TIM, Vodafone, Fastweb e Wind Tre che, tramite l’associazione di categoria Assotelecomunicazioni – Asstel, avrebbero coordinato la propria strategia commerciale connessa alla cadenza dei rinnovi e alla fatturazione delle offerte sui mercati della telefonia fissa e mobile, a seguito dell’introduzione dei nuovi obblighi regolamentari e normativi introdotti dall’articolo 19 quinquiesdecies del D.L. n. 148/2017 (convertito dalla L. n. 172/2017)”. Questo appunto prevede per i contratti stipulati una cadenza di rinnovo delle offerte e della fatturazione dei servizi (sia essi di rete fissa che mobile) su base mensile o di multipli del mese.

L’Autorità, prosegue la nota, “ha ritenuto che la documentazione acquisita durante le ispezioni confermi prima facie l’ipotesi istruttoria secondo cui le parti avrebbero comunicato, quasi contestualmente, ai propri clienti che la fatturazione delle offerte e dei servizi sarebbe stata effettuata su base mensile anziché su quattro settimane, prevedendo, al contempo, una variazione in aumento del canone mensile per distribuire la spesa annuale complessiva su 12 mesi, invece che 13. Pertanto, al fine di evitare il prodursi, nelle more della conclusione del procedimento, di un danno grave e irreparabile per la concorrenza e, in ultima istanza, per i consumatori, l’Autorità ha adottato misure cautelari urgenti intimando agli operatori di sospendere l’attuazione dell’intesa oggetto di indagine e di definire la propria offerta di servizi in modo autonomo rispetto ai propri concorrenti”. Il danno di cui l’Autorità parla coinvolge milioni di utenti. Si legge nel provvedimento: “Sulla base delle elaborazioni effettuate tenendo conto delle quote di mercato detenute dagli operatori parti del procedimento, si può stimare che il repricing dell’8,6% andrebbe ad incidere su un numero di clienti approssimativamente stimabile in almeno 8-12 milioni di utenti di linee fisse e 40-60 milioni di utenti di linee mobili. E’ evidente – prosegue l’Antitrust – come di fronte ad una tale numerosità di potenziali soggetti danneggiati dall’infrazione e alla contestuale esiguità dell’eventuale risarcimento del danno per singolo utente le potenziali azioni risarcitorie successive ad un provvedimento di accertamento non costituiscono un deterrente”.

 

Notizia pubblicata il 22/03/2018 ore 08.33


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