Sorpresa: torna l’anatocismo, ovvero la capitalizzazione degli interessi su un capitale, affinché essi siano a loro volta produttivi di altri interessi. In pratica è il calcolo degli interessi sugli interessi a debito dei clienti che hanno sottoscritto un prestito, laddove il saggio di interessi viene applicato sul capitale comprensivo degli interessi maturati in precedenza. Questo quanto contenuto in un decreto legge pubblicato nei giorni scorsi sulla Gazzetta Ufficiale. L’Adusbef, che da sempre si è battuta contro questa pratica, è già sulle barricate.
A reintrodurre di fatto l’anatocismo è il decreto legge n. 91/14, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 24 giugno ed entrato in vigore il 25 giugno, dal nome “Disposizioni urgenti per il settore agricolo, la tutela ambientale e l’efficientamento energetico dell’edilizia scolastica e universitaria, il rilancio e lo sviluppo delle imprese, il contenimento dei costi gravanti sulle tariffe elettriche, nonché per la definizione immediata di adempimenti derivanti dalla normativa europea”.
Spiega il portale “La legge per tutti”, che ha segnalato la cosa (sfuggita ai più) da subito: “La Legge di Stabilità 2014 aveva visto l’approvazione di una norma considerata rivoluzionaria, poiché aveva di fatto cancellato per sempre la possibilità per le banche di capitalizzare gli interessi (cosiddetto anatocismo). Tale norma aveva poi lasciato al CICR (Comitato interministeriale per il Credito e il risparmio) il compito di adottare una delibera che attuasse detto divieto: delibera che, ovviamente, non era ancora giunta”. Nel frattempo è arrivato il decreto legge 91/14 col quale, prosegue la testata, “il Governo ha reintrodotto la possibilità, per le banche, di applicare l’anatocismo, ossia di calcolare gli interessi dovuti dal cliente non solo in percentuale sul capitale da restituire, ma anche sugli interessi passivi già maturati su tale capitale. Con ripercussioni di non poco peso su chi ha avuto, in questi mesi, il “coraggio” di contrarre un finanziamento per effettuare investimenti e, quindi, per rilanciare l’economia nazionale”. La differenza, spiega la testata, sta nel fatto che il calcolo degli interessi sugli interessi non potrà essere fatto ogni tre mesi ma una volta l’anno, si potrà applicare solo alle operazioni in conto corrente o in conto pagamento e solo ai contratti conclusi dopo due mesi dall’entrata in vigore del decreto legge in questione e, comunque, non prima  dell’intervento della delibera attuativa del CICR.
Contro l’anatocismo negli anni si è battuta l’Adusbef, che ricorda come l’anatocismo bancario sia stato “cancellato dal decine di sentenze di Cassazione negli anni novanta e perfino dalla Corte Costituzionale”. La previsione di cui si parla sta nell’articolo 31 del decreto, dove si legge: “Il CICR stabilisce modalità e criteri per la produzione, con periodicità non inferiore a un anno, di interessi sugli interessi maturati nelle operazioni disciplinate ai sensi del presente Titolo. Nei contratti regolati in conto corrente o in conto di pagamento è assicurata, nei confronti della clientela, la stessa periodicità nell’addebito e nell’accredito degli interessi, che sono conteggiati il 31 dicembre di ciascun anno e, comunque, al termine del rapporto per cui sono dovuti interessi; per i contratti conclusi nel corso dell’anno il conteggio degli interessi è comunque effettuato il 31 dicembre”.
Con questa norma viene demandato al CICR il compito di determinare modalità e criteri per la produzione di interessi sugli interessi, spiega l’Adusbef, riaffermando la legittimità dell’anatocismo, anche se con periodicità non inferiore a un anno, e prevedendo che fino all’adozione della delibera, dovrà applicarsi la precedente delibera CICR del 9 febbraio 2000 Altro punto saliente, la previsione che i contratti in corso e quelli conclusi nei due mesi successivi alla data di entrata in vigore del D.L. dovranno essere adeguati entro il termine di sei mesi dalla pubblicazione del decreto in G.U il 24 giugno 2014 con le seguenti modifiche: la possibilità di anatocismo sugli interessi capitalizzati annualmente; la limitazione dell’ambito della norma alle operazioni in conto corrente o in conto di pagamento; la decorrenza della norma dal momento della pubblicazione della delibera CICR e, nelle more, l’applicazione della delibera del 2000; la decorrenza delle nuove norme per i contratti conclusi a partire dal 60° giorno da oggi; per i contratti in corso, l’adeguamento entro 6 mesi da oggi.
L’associazione, che usa parole molto critiche nei confronti del provvedimento – “come tutti i governi che lo hanno preceduto dal 1999, il Governo di Matteo Renzi non poteva sottrarsi al ruolo di fedele cameriere dei banchieri” – ha già annunciato che impugnerà il decreto per illegittimità costituzionale.


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1 thought on “Sorpresa: torna l’anatocismo. Adusbef: “Impugneremo il decreto”

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