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EcoForum, Ipsos: il 41% degli intervistati conosce i principi dell’economia circolare
I nuovi dati del sondaggio Ipsos presentati nella II giornata dell’EcoForum, organizzato da Legambiente, La Nuova Ecologia e Kyoto Club. Solo il 13% degli intervistati è a conoscenza che l’Italia è tra le più virtuose in Europa per riciclo
Cresce l’attenzione e la conoscenza sul tema dell’economia circolare. Resta ampia la fiducia dei cittadini, i quali ritengono, però, che il PNRR dovrebbe prevedere risorse per la riconversione di impianti industriali obsoleti, incentivare le aziende impegnate sulla circolarità, educare i cittadini, sostenere la ricerca scientifica. È quanto emerge, in sintesi, dal nuovo sondaggio Ipsos “Futuro ed Economia Circolare” a cura di CONOU, Legambiente, Editoriale Nuova Ecologia, presentato oggi a Roma nel corso della seconda giornata dell’EcoForum 2021 e dal quale emerge una fotografia interessante.
EcoForum, cosa pensano i cittadini dell’economia circolare?
Secondo il sondaggio Ipsos, il 41% degli intervistati conosce i principi di questo nuovo modello di sviluppo economico e negli ultimi tre anni la quota dei consapevoli su questo tema è passata dal 17% al 25%, soprattutto grazie ai mezzi di informazione, in particolare la tv, seguita dalla stampa e dai social network (in particolare Facebook).
Per il 50% degli intervistati, inoltre, ricerca ed innovazione possono dare un contributo positivo nella transizione verso la sostenibilità e l’economia circolare. In questo contesto resta ampia la fiducia nei confronti dell’Europa nell’indirizzare l’Italia verso uno sviluppo sostenibile.
In particolare per il 73% dei cittadini intervistati il Recovery Fund e il suo piano attuativo PNRR si confermano una buona occasione per un rilancio green dell’economia, ma tra le azioni prioritarie al centro del PNRR, per il 47% degli intervistati ci devono essere risorse per la riconversione degli impianti industriali obsoleti, per il 36% occorre incentivare le aziende impegnate sulla circolarità, per il 40% educare i cittadini e per il 39% sostenere la ricerca.
“In Italia è arrivato il momento di imprimere un’accelerata alla rivoluzione dell’economia circolare avviata dall’Europa – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente –. È fondamentale definire un vero e proprio piano nazionale dell’economia circolare, che abbia al centro la costruzione di mille nuovi impianti di riuso e riciclo, la promozione del dibattito pubblico per coinvolgere i territori nella loro realizzazione, il rafforzamento dei controlli ambientali, più semplificazioni e decreti End of waste, lo sviluppo del mercato dei prodotti riciclati”.

Le percezioni sulla circolarità in Italia
Altri temi affrontati nell’ambito della ricerca sono stati la circolarità in Italia e l’effetto Nimby. Per quanto riguarda il primo, dal sondaggio emerge una pesante sottostima della capacità del Paese di essere un leader nell’economia circolare.
Per il 51% degli intervistati, infatti, l’Italia è al di sotto della media europea rispetto all’attenzione nei confronti della circolarità, a causa ad esempio della mancanza dei controlli (33%), al fatto che Governo e istituzioni emanano norme poco efficaci (22%), i cittadini non sono attenti (20%).
Solo il 13% degli intervistati è a conoscenza che l’Italia è tra le più virtuose in Europa per riciclo. Il 33% lega le motivazioni prevalentemente alla quantità di raccolta differenziata, mentre il 24% all’attenzione dei cittadini e il 18% alla sensibilità ambientale.
Passando alla questione effetto Nimby, dal sondaggio emerge che oltre la metà degli intervistati non sembra essere favorevole ad avere un impianto per il riciclo dei materiali ‘vicino’ alla propria abitazione. Tra le motivazioni spicca per il 55% degli intervistati l’inquinamento dell’aria, per il 33% dall’inquinamento dell’acqua e per il 25% da quello acustico.
“Un Paese che non ha percezione di sé e delle sue eccellenze: è questa la fotografia scattata da Ipsos. E forse è anche per questo che la politica sembra ancora troppo sorda alle esigenze dell’economia circolare, unica strada per garantire un rilancio duraturo e sostenibile”, dichiara Francesco Ferrante vicepresidente del Kyoto Club.
EcoForum, il trattamento dell’olio minerale
Infine, tra gli altri temi, spazio anche al trattamento in Italia dell’olio minerale.
“In questo settore dall’indagine Ipsos emerge come la metà degli italiani sia consapevole dell’attività di raccolta, ma la maggioranza ignori le sorti di questo rifiuto pericoloso – commenta il Presidente del CONOU, Riccardo Piunti. – Segno che le campagne di comunicazione contro la dispersione impropria di olio usato hanno sortito un effetto positivo, ma si pone ora la necessità di rendere più noto il processo circolare di rigenerazione, che trasforma il rifiuto in nuovo lubrificante: solo il 28% del campione infatti si dichiara informato su questo aspetto”.

Scrive per noi

- Mi sono laureata in Scienze Internazionali con una tesi sulle politiche del lavoro e la questione sindacale in Cina, a conclusione di un percorso di studi che ho scelto spinta dal mio forte interesse per i diritti umani e per le tematiche sociali. Mi sono avvicinata al mondo consumerista e della tutela del cittadino nel 2015 grazie al Servizio Civile. Ho avuto così modo di occuparmi di argomenti diversi, dall'ambiente alla cybersecurity e tutto ciò che riguarda i diritti del consumatore. Coltivo da anni la passione per i media e il giornalismo e mi piace tenermi sempre aggiornata sui nuovi mezzi di comunicazione. Una parte della mia vita, professionale e non, è dedicata al teatro e al cinema.
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