Scuola, le disuguaglianze educative pesano sul rientro in classe
Save the Children ha diffuso il dossier “Il mondo in una classe” con uno spaccato delle disuguaglianze educative che pesano sulla scuola. Percorso a ostacoli per 800 mila studenti con background migratorio privi di cittadinanza
“L’anno scolastico 2023 si apre in salita. Nonostante sia il primo a ricominciare dopo la fine ufficiale della pandemia (dichiarata dall’OMS), resta l’impoverimento educativo che il Covid-19 ha causato in questi anni”. È quanto denuncia Save the Children, che in un nuovo rapporto diffuso ieri centra l’attenzione sulle disuguaglianze educative presenti nella scuola italiana e si concentra su quelle che colpiscono gli studenti con background migratorio. Esiste infatti un percorso a ostacoli complicato per oltre 800 mila studenti con background migratorio, ovvero nati o arrivati in Italia da piccolissimi, italiani di fatto ma non di diritto, perché senza cittadinanza italiana.
L’associazione ha diffuso il dossier “Il mondo in una classe. Un’indagine sul pluralismo culturale nelle scuole italiane”, pubblicato in vista della riapertura delle scuole, che presenta uno spaccato di diseguaglianze educative che compromettono i percorsi di crescita di bambine, bambini e adolescenti in Italia.
La scuola in difficoltà
La scuola risente dell’impatto della crisi demografica. Rispetto a 7 anni fa ci sono quasi 71 mila bambini in meno in prima elementare. Tornano a scendere anche gli investimenti nell’istruzione che oggi si attestano al 4,1% contro una media europea del 4,8%, denuncia Save the Children. A questo si aggiunge la carenza di servizi come asili nido, mense e tempo pieno, che restano ancora appannaggio di pochi.
La copertura nelle strutture educative 0-2 anni pubbliche e private nell’anno educativo 2021/2022 è pari a 28 posti disponibili per 100 bambini residenti, ancora ben al di sotto dell’obiettivo europeo del 33% entro il 2010, molto lontano dal nuovo obiettivo stabilito a livello europeo del 45% entro il 2030.
Solo il 38,06% delle classi della scuola primaria è a tempo pieno (sebbene in crescita rispetto a 5 anni prima, 32,4% nell’a.s. 2017/2018) e poco più della metà degli alunni della primaria frequenta la mensa scolastica (54,9%, contro 51% dell’a.s. 2017/2018).
La dispersione scolastica in Italia è superiore rispetto alla media europea (rispettivamente 11,5% e 9,6% nel 2022).
Studenti con background migratorio
Gli studenti con background migratorio sono più di 800 mila minori, pari ad oltre 1 su 10 (10,6%) tra gli iscritti nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie.
“Il mancato riconoscimento della cittadinanza italiana ha un impatto sul successo scolastico e segna il loro percorso di crescita e di formazione rispetto ai coetanei”, spiega Save the Children.
“Molti studenti con background migratorio, pur nascendo o crescendo in Italia, hanno meno opportunità rispetto ai loro compagni di scuola, a partire dall’inserimento alla scuola dell’infanzia, al ritardo scolastico dovuto alla collocazione in classi inferiori a quelle corrispondenti all’età anagrafica o alla mancata ammissione all’anno successivo, fino all’abbandono precoce, passando in alcuni territori anche per il cosiddetto fenomeno del white flight”.
Si tratta dello spostamento, da parte delle famiglie italiane, di bambini e adolescenti verso scuole delle aree urbane centrali. Di conseguenza aumenta la concentrazione degli alunni stranieri nelle scuole di periferia e aumenta “il distanziamento, non solo fisico, ma anche sociale e culturale tra studenti di origine italiana e studenti con background migratorio”.
Il percorso scolastico di queste bambine, bambini e adolescenti è reso ancora più difficile dalla mancanza del riconoscimento della cittadinanza italiana. Sono bambini e ragazzi che incontrano maggiori difficoltà nel partecipare a gite scolastiche o scambi culturali all’estero, spesso riservati solo ai cittadini comunicatori, a gare sportive e poi ad accedere all’Università e ai concorsi pubblici.
Solo il 77,9% dei bambini con cittadinanza non italiana è iscritto e frequenta la scuola dell’infanzia (percentuale che sale all’83,1% per i nati in Italia) contro il 95,1% degli italiani. Tra gli studenti con background migratorio si registrano maggiori ritardi scolastici, casi di dispersione e abbandono scolastico.
Italiani di fatto ma non per la legge
«I bambini, le bambine e gli adolescenti, italiani di fatto, ma non per legge, sono più di 800 mila nelle nostre scuole e in costante crescita, ma non beneficiano delle stesse opportunità di sviluppo dei loro coetanei italiani – spiega Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children – Il loro percorso formativo è segnato da ostacoli e difficoltà che si manifestano fin dall’infanzia, a partire dall’accesso ai servizi, all’accertamento della carriera scolastica, al riconoscimento della validità dei titoli conseguiti in un altro Paese o alla piena partecipazione alle attività scolastiche e extrascolastiche. Per questo, sono necessari interventi e politiche ampie che sostengano nella scuola e nella società le opportunità date da una società multiculturale e consentano di far fiorire i talenti di tutte le studentesse e gli studenti, cosa di cui, peraltro, il nostro Paese ha un enorme bisogno per il suo sviluppo».
Save the Children ha lanciato una campagna per la cittadinanza. La petizione “Cittadinanza italiana per i bambini nati o cresciuti in Italia. È il momento di riconoscere i loro diritti!”, chiede al Parlamento italiano di riformare la legge sulla cittadinanza e consentire a bambine, bambini e adolescenti nati in Italia o arrivati nel nostro Paese da piccoli, figli di genitori regolarmente residenti, di diventare italiani prima del compimento della maggiore età.