Desertificazione bancaria, per 4 milioni di italiani la filiale è un miraggio (foto di Tumisu da Pixabay)

Desertificazione bancaria, ovvero: per 4 milioni di italiani la filiale in banca è un miraggio. E recarsi in banca sta diventando un lusso, denuncia First Cisl nell’ultimo Osservatorio sulla desertificazione bancaria in Italia.

Nel 2022 le banche hanno chiuso 554 sportelli sul territorio nazionale, un’ulteriore contrazione del 2,6% rispetto al 2021. Aumenta in parallelo il numero di persone che non hanno accesso ad una filiale nel comune di residenza: sono ormai 4 milioni, quasi 250mila in più di un anno fa. Questo numero è destinato a crescere perché ci sono poco meno di 6 milioni di italiani che vivono in comuni nei quali è rimasto un solo sportello bancario. Diminuisce anche il rapporto fra popolazione e numero di sportelli, da 36,5 a 35,5 ogni 100mila abitanti.

 

Fonte: Osservatorio sulla desertificazione bancaria in Italia First Cisl

 

 

La desertificazione bancaria in Italia

In Italia c’è un’area vasta quanto i territori di Lombardia, Veneto e Piemonte messi assieme totalmente sprovvista di sportelli bancari. Per milioni di cittadini significa doversi spostare e sopportare molti disagi per accedere a un servizio essenziale. Negli ultimi anni il fenomeno si è aggravato senza che il ricorso al digitale riuscisse a tamponare la situazione.

L’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl disegna un quadro preoccupante. Secondo un’elaborazione su dati Banca d’Italia, Istat ed Eurostat, oltre 4 milioni di persone risiedono in comuni dove non c’è sportello bancario. 5 milioni e 900 mila persone risiedono in comuni che hanno un solo sportello bancario, 82 mila persone in più in un anno. E la popolazione senza sportello è anche quella che in genere fa meno ricorso all’internet banking.

 

Fonte: Osservatorio sulla desertificazione bancaria in Italia First Cisl

 

I comuni e la desertificazione bancaria

Il 40% dei comuni italiani non ha sportelli bancari sul suo territorio. Il fenomeno di desertificazione bancaria è avanzato più rapidamente negli ultimi anni: tra il 2015 e il 2022 quasi il 12% dei comuni è rimasto privo di sportelli, mentre nell’ultimo anno sono 107 i comuni che hanno perso l’ultimo sportello. Una percentuale che potrebbe salire ulteriormente perchè i comuni con un solo sportello sono il 24% del totale.

Fra i comuni abbandonati dalle banche il 43% si trova in zone montane. Mentre oltre l’86% dei comuni senza sportelli insistono in zone rurali. L’abbandono di questa tipologia di territorio, da parte delle imprese bancarie, è avvenuto in gran parte tra il 2015 ed oggi.

La fuga delle banche dai territori non investe solo i centri di piccole dimensioni: tra i comuni completamente desertificati 9 hanno più di 10mila abitanti, mentre tra quelli con un solo sportello 12 sono al di sopra dei 15mila abitanti. La desertificazione bancaria non avanza in modo omogeneo e colpisce alcune regioni più delle altre. Nel 2022 le più interessate dal fenomeno sono state Lombardia (- 3,6%), Lazio (- 3,5%), Toscana (- 3,4%), Marche (- 3,4%), Friuli Venezia Giulia (- 3%). Nel complesso, a livello nazionale, la perdita di sportelli è stata del 2,6%.

Le banche stanno di fatto sparendo da intere regioni, denuncia l’Osservatorio. In Molise i comuni privi di sportello sono ormai l’82%, in Calabria il 71%. In Piemonte, Valle D’Aosta, Liguria, Abruzzo e Campania il dato è superiore al 50%. La media nazionale è del 39,9%.

«Le banche dovrebbero riflettere sulle conseguenze delle chiusure per la coesione sociale ed economica del Paese – commenta il segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani – Continuare a ridurre la presenza sui territori significa muoversi in direzione opposta agli obiettivi del Pnrr, che punta invece a chiudere il gap di sviluppo tra le diverse aree del Paese. Il progetto Polis, con cui Poste Italiane investirà 1,2 miliardi di euro, punta ad avvicinare i servizi della pubblica amministrazione ai cittadini integrando la rete fisica degli sportelli con il canale digitale. Si tratta di un’iniziativa che rappresenta una grande possibilità di sviluppo per le piccole comunità e le aree interne, destinate altrimenti alla marginalizzazione. Un’iniziativa che le banche dovrebbero valutare con molta attenzione per ricercare soluzioni indirizzate all’erogazione di servizi ai clienti compatibili con l’attività bancaria, al fine di diversificare le fonti di ricavo e al contempo ampliare il patrimonio informativo determinante per le politiche del risparmio e del credito. Non va dimenticato infatti che le banche, pur essendo imprese, rivestono secondo la Costituzione una funzione sociale che il cambiamento d’epoca rende decisiva».


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