ambiente

È una Giornata mondiale dell’ambiente dedicata alla green economy, quella che si celebra oggi in tutto il mondo. Spiega l’Unep, il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, che “la green economy è qualcosa che si può applicare tutto intorno a te”. È un’economia che produce benessere ed equità sociale e che riduce i rischi per l’ambiente. Rappresenta la sfida da affrontare per l’immediato futuro del pianeta, quella rivendicata da più parti perché i modelli di sviluppo seguiti finora non sono sostenibili. Quest’anno l’iniziativa di sensibilizzazione alla sostenibilità ambientale precede la Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile Rio +20, che si svolgerà a Rio de Janeiro dal 20 al 22 giugno prossimo.
“Il programma ambientale delle Nazioni Unite definisce la green economy come un’economia che produce benessere umano ed equità sociale, contemporaneamente riducendo i rischi ambientali e le scarsità ecologiche – spiega l’Unep – Nella sua espressione più semplice, l’economia verde può essere pensata come un’economia a bassa emissione di carbonio, efficiente nell’uso delle risorse e socialmente inclusiva”. Dal punto di vista pratico, spiega ancora il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, si tratta di un’economia nella quale la crescita di occupazione e retribuzione è guidata da investimenti, pubblici e privati, che riducono le emissioni di anidride carbonica e l’inquinamento, rafforzano l’efficienza energetica, prevengono la perdita di  biodiversità. “Questi investimenti devono essere catalizzati e supportati da una spesa pubblica mirata, da politiche riformiste e da cambiamenti di regolazione”.
Dieci i settori identificati dall’Unep per raggiungere l’obiettivo di avere un pianeta più verde e che presuppongono consumatori più informati e saggi: si va dalle costruzioni alla pesca, dalle foreste ai trasporti, dalla gestione dell’acqua all’agricoltura, dall’energia al turismo, dai rifiuti all’industria. Sono tutti ambiti nei quali si possono e devono cambiare le politiche seguite. Basti pensare che la deforestazione è responsabile di circa il 20% delle emissioni mondiali di gas serra. Se si guarda al settore dei trasporti, evidenzia l’Unep, c’è una via migliore da seguire rispetto a quella odierna fatta di traffico e inquinamento: c’è un minore impatto ambientale col carpooling e nell’uso dei trasporti pubblici, mentre nella scelta di metodi alternativi di trasporto si realizza un sostegno all’economia verde.
Altro capitolo importante è il corretto uso dell’acqua, risorsa preziosa che va usata in modo efficiente, considerato che miliardi di persone non hanno accesso all’acqua potabile e a servizi sanitari adeguati. Come pure incide la gestione dei rifiuti e il fenomeno, in gran parte occidentale, dello spreco e del mancato riuso di prodotti che invece consentirebbero il riciclo dei componenti di base – basti pensare che a livello globale solo il 15% circa dell’elettronica viene effettivamente riciclata. Dall’Unep arriva dunque, per questa Giornata dell’ambiente, l’esortazione a essere consumatori responsabili e a sostenere le imprese che adottano piano di sostenibilità, a usare gli ecolabel e a investire nelle energie rinnovabili.
Quest’anno la Giornata precede la Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile Rio +20. Conferenza nella quale Slow Food Italia si propone di “accendere i riflettori sull’impatto che il cibo ha sui cambiamenti climatici e sul suo ruolo nel garantire uno sviluppo rispettoso dell’ambiente e della società”. A Rio si parlerà di green economy, “un concetto che secondo noi si deve estendere a un’ampia fascia di lavori e di comportamenti che non indica solamente chi lavora con energie alternative, ma soprattutto chi re-impara il savoir faire del cibo e lo mette a disposizione della comunità con attività educative e di recupero, rivalutando prodotti tradizionali”, ha sottolineato Carlo Petrini, presidente di Slow Food, ricordando la giornata mondiale dell’ambiente che si celebra oggi. “Non si fa green economy solo con il solare o l’eolico, ma con una vera rivoluzione che ci permette di lottare attivamente contro i cambiamenti climatici, ricostruendo l’intero sistema proprio partendo dal cibo. Anche con i piccoli gesti quotidiani, modificando la dieta o la nostra spesa, possiamo influire su un nuovo modo di fare economia, che la chiamiamo new o green”.
Anche la dieta può essere amica del clima, come evidenzia Slow Food nella pubblicazione Fulmini e polpette. “Va ricordato che servono 15.500 litri d’acqua per produrre un chilo di carne bovina, che ogni anno ciascuno di noi in Europa spreca 179 chili di cibo e che un pasto medio percorre 1900 chilometri per arrivare sulle tavole occidentali – spiega Petrini – Quindi è necessario l’impegno di tutti per cambiare drasticamente la rotta se non vogliamo cadere nel baratro. Ed è per questo che a Rio parleremo di agricoltura sostenibile e sicurezza alimentare”.
Il WWF ha lanciato la campagna “RiutilizziAMO l’Italia” per segnalare online aree dismesse o degradate e immaginare come riconvertirle e recuperarle – trasformandole ad esempio in oasi naturalistiche, parchi agricoli, luoghi di aggregazione, sedi per servizi sociali e l’economia locale – ed evitare in questo modo l’ulteriore consumo di suolo. Solo un quarto del Pianeta, evidenzia l’associazione ambientalista, è allo stato naturale. In Italia il consumo di suolo ha fagocitato 33 ettari al giorno negli ultimi 50 anni.
La campagna, lanciata in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente e a pochi giorni dalla Conferenza Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile ‘Rio+20’, intende “innescare un movimento culturale e sociale in grado di avviare  il più grande progetto di recupero e riqualificazione del territorio italiano”, spiega il WWF, “un movimento partecipato grazie al quale le comunità locali possano riappropriarsi del proprio territorio, ricostruire lo spazio in cui vivono, con iniziative spontanee e dal basso”. Attraverso una rete di docenti universitari ed esperti di urbanistica e tematiche relative al consumo del suolo, l’associazione invita dunque cittadini e ‘addetti ai lavori’ a inviare segnalazioni e suggerimenti fino al prossimo 31 ottobre sul sito wwf.it/riutilizziamolitalia, dove è possibile compilare l’apposita scheda di segnalazione con tanto di foto dell’area da ‘reinventare’.


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