Partono oggi in commissione Attività produttive alla Camera le audizioni sui progetti di legge che regolamentano l’orario di apertura e chiusura dei negozi. Sono cinque le proposte di legge che intervengono sulla liberalizzazioni degli orari degli esercizi commerciali e quasi tutte, ad eccezione di quella presentata dal Pd, spingono per una stretta alle aperture domenicali e festive. Saranno ascoltate associazioni e organizzazioni rappresentative delle diverse categorie, chiamate a pronunciarsi sulla volontà del Governo di mettere fine di fatto alle liberalizzazioni degli orari dei negozi per tornare alla chiusura festiva.

Il tema sta animando il dibattito fra quanti sono favorevoli a porre un limite alle aperture festive e quanti invece vedono il provvedimento come un ritorno al passato. Si svolgeranno diversi “round” di audizioni perché saranno ascoltati soggetti diversi, dall’Istat all’Antitrust, dal Cnel alle imprese del commercio e dell’artigianato, Confesercenti, Confcommerico, Federdistribuzione, i sindacati, i rappresentati della Grande distribuzione, i Comuni e le associazioni dei consumatori.

In vista delle audizioni, Confesercenti ha diffuso uno studio nel quale denuncia che “la liberalizzazione del commercio introdotta dal governo Monti ha portato alla chiusura di 55.951 negozi di piccole e medie dimensioni, con superfici inferiori ai 400 mq. Ma non  solo, nello stesso periodo che va dal 2011 al 2017, i megastore, al contrario, sono aumentati di oltre 2.400 unità in Italia”. I dati vengono da un’elaborazione condotta dalla sigla su dati Istat e Mise per l’Adnkronos in vista delle audizioni. Confesercenti dice che “con la totale “deregulation” degli orari e dei giorni di apertura, complice naturalmente il calo dei consumi delle famiglie, ad aver subito il maggiore contraccolpo sono stati soprattutto gli esercizi commerciali di dimensioni più piccole: quelli con una superfice inferiore ai 50 metri quadri hanno registrato 31.594 chiusure; a seguire quelli tra i 50 e 150 mq con – 22.873. Perdite di gran lunga inferiori per i negozi tra 150 e 250 mq (-754) e tra 250 e 400 mq (-730). In controtendenza risultano quindi i megastore con 2.419 nuove aperture”.

In tema di quote di mercato dei consumi commercializzati, Confesercenti dice che nei 6 anni di liberalizzazione la Gdo ha guadagnato 7 miliardi pari ad un incremento di circa il 3% a danno dei piccoli: nel 2011 la Gdo aveva una quota di mercato pari al 57,7%, salita nel 2016 al 60,2%, laddove il comparto ”tradizionale”, nel medesimo periodo, è passato dal 29,8% al 27,2%. In crescita anche il commercio online che ha guadagnato il 2,5 punti percentuali passando da una quota dell”1,9% al 4,4%. Sul fronte occupazionale, prosegue Confesercenti, si registra la perdita di 29.724 posti di lavoro nel commercio, legata soprattutto alla morìa di piccoli negozi.


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