Solo 18 italiani su cento sanno che è possibile conferire gratuitamente i piccoli apparecchi elettrici ed elettronici fuori uso e dismessi presso i punti vendita. E senza alcun obbligo di acquisto. A indagare quanto gli italiani conoscano i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee) e la normativa che li regola è una ricerca realizzata da Ipsos Italia per Ecodom e per Cittadinanzattiva, che ha analizzato i comportamenti degli italiani nella gestione di questi apparecchi. Emerge una generale carenza di informazioni.

Sostiene Nando Pagnoncelli, presidente Ipsos Italia: “La ricerca evidenzia certamente un gap informativo da colmare nel settore della raccolta dei RAEE. Lo attesta la maggiore diffusione di comportamenti di conferimento virtuosi tra coloro che conoscono questa tipologia di rifiuti e i decreti che ne regolano la gestione, a differenza di coloro che non li conoscono, che rappresentano i principali responsabili delle cattive abitudini ancora diffuse. Gli italiani riconoscono grandi potenzialità al decreto ‘uno contro zero’ a cui, se sostenuto da campagne di comunicazione e da una maggiore convinzione dei rivenditori, viene attribuita la capacità di contribuire alla crescita della raccolta dei piccoli RAEE”.   

rifiutiIl decreto “uno contro uno” da giugno 2010 obbliga i venditori di prodotti elettrici ed elettronici al ritiro gratuito dell’apparecchiatura dismessa a fronte dell’acquisto di un nuovo prodotto equivalente.  A questa normativa si è aggiunto il decreto “uno contro zero”, che da aprile 2016 prevede la consegna gratuita dei RAEE di piccole dimensioni (inferiori a 25 cm) presso i punti vendita con superfici superiori a 400 mq (il servizio è facoltativo per i negozi più piccoli) senza alcun obbligo di acquisto.

L’indagine Ipsos ha evidenziato che meno di un intervistato su 4 (18%), una quota ancora marginale di popolazione, riconosce correttamente i RAEE. Due su cinque (40%) ne hanno solo un’idea approssimativa mentre la maggioranza relativa (42%) non li conosce affatto. Le principali fonti di informazioni sui RAEE, per i cittadini che li riconoscono, sono l’amministrazione pubblica (31%) o le aziende di igiene urbana (31%). Solo nel 10% dei casi le informazioni sono state fornite dai relativi negozianti. La percezione sul grado di rischio di queste apparecchiature appare elevata, anche tra chi non le conosce, per le conseguenze dannose che il mancato trattamento può avere sul suolo, sull’aria e sull’acqua, e per la presenza di sostanze inquinanti contenute in alcuni componenti.

Quanti apparecchi dismessi ci sono nelle case? Nelle abitazioni le apparecchiature non più usate o non funzionanti – che dunque potrebbero essere smaltite in modo scorrette – sono il 7,4% del totale posseduto, soprattutto videoregistratori, videocamere, macchine fotografiche digitali e calcolatrici. L’indagine evidenzia anche che nella modalità di dismissione prevalgono i comportamenti virtuosi, nel 60% dei casi tramite il ricorso alle società di igiene urbana e nel 9% dei casi tramite i negozianti, anche se le cattive abitudini di conferimento pesano ancora per il 17%. Queste ultime scendono al 10% tra coloro che sono informati sui RAEE, mentre tra chi non conosce i RAEE l’incidenza di modalità di conferimento non corrette è ancora più elevata (22%). Nello specifico, sono MP3 (45%), spazzolini elettrici (29%), calcolatrici e cuffie (27%) ad essere dismesse in modo non corretto (principalmente insieme ai rifiuti generici).

A pesare è anche un’informazione ancora carente sulla normativa di riferimento. La conoscenza del decreto uno contro uno mostra un sensibile incremento rispetto al 2011 (+13%), ma solo il 30% del campione dichiara di conoscerlo in modo approfondito: un 44% degli intervistati, a distanza di otto anni dall’entrata in vigore, ancora non conosce questa possibilità di conferimento. Il 42% di coloro che sono a conoscenza dell’uno contro uno ha anche utilizzato questo servizio (in media 2,6 volte). La notorietà del decreto uno contro zero è ancora piuttosto contenuta (18%), probabilmente anche in virtù della sua recente introduzione (aprile 2016).

“La conoscenza dei RAEE e la consapevolezza dell’importanza della loro raccolta differenziata – ha detto Giorgio Arienti, Direttore Generale Ecodom – sono ancora poco diffuse tra gli italiani. Nelle nostre case ci sono moltissime apparecchiature non utilizzate o non funzionanti, soprattutto di piccole dimensioni, per il cui conferimento la distribuzione ha ancora un ruolo secondario. Il ritiro ‘uno contro zero’ è pressoché sconosciuto, sebbene se ne intuiscano le potenzialità per quanto riguarda l’incremento della raccolta: perciò il Consorzio, che nel 2016 con 95 mila tonnellate ha gestito il 33% del totale dei RAEE del Sistema RAEE italiano, continuerà a lavorare per far conoscere questo importante servizio gratuito”. Aggiunge il segretario generale di Cittadinanzattiva Antonio Gaudioso: “A far la differenza sono anche la capacità degli amministratori di implementare nei territori politiche nazionali e obiettivi europei, gli investimenti in infrastrutture dedicate, a partire da una più capillare presenza di specifici centri di raccolta, ma anche la capacità di fare rete tra i vari soggetti della filiera direttamente interessati – produttori, distributori, consorzi, etc. – con le amministrazioni pubbliche e le organizzazioni civiche”.


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