“Accanimento informativo sugli aspetti più intimi della persona”: queste le parole con le quali il Garante Privacy interviene nella triste vicenda di Yara Gambirasio e del presunto assassino, fermato in questi giorni. Una vicenda seguita con insistenza da media e televisioni che si sono soffermati sugli aspetti più complicati del caso, sui dettagli medici e genetici delle persone coinvolte, e su informazioni personali di cittadini finiti nella vicenda di cronaca anche in via mediata. Per questo oggi l’Autorità ha diramato una nota durissima.
Il Garante per la privacy ha per l’ennesima volta riscontrato la tendenza di numerose testate giornalistiche a diffondere informazioni e particolari – anche di natura sensibile e addirittura genetica – inerenti soggetti interessati soltanto indirettamente e marginalmente da vicende giudiziarie che hanno avuto una notevole eco nell’opinione pubblica – si legge – L’Autorità ritiene assolutamente necessario richiamare tutti i mezzi di informazione al massimo rispetto del principio di essenzialità della notizia pubblicata – uno dei cardini del Codice della privacy e dello stesso Codice deontologico dei giornalisti – che comporta un’attenta, accurata e seria verifica preventiva riguardo alla reale indispensabilità della diffusione di dati personali relativi a soggetti coinvolti solo in via mediata dalle vicende di cronaca”.
Infine, l’Autorità denuncia che “neppure il rilevante interesse pubblico legittima l’accanimento informativo intorno agli aspetti più intimi della persona tale da determinare irreparabili danni nella vita familiare e di relazione”.


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1 thought on “Caso Yara, Garante Privacy: “Stop accanimento informativo”

  1. Sono perfettamente d’accordo sul rispetto della privacy: altro che Ministro ! le notizie non dovevano minimamente trapelare dalla Procura di Bergamo prima degli interrogatori e quant’altro, mentre per questo caso , come per quasi tutti i processi , gli uffici delle procure sono un colabrodo vergognoso che porta alla gogna semplici indiziati che in tantissimi casi risultano poi non colpevoli o assolutamente estranei ai fatti.
    Comunque , già che ci siamo, in questo caso siamo all’assurdo soprannaturale di personaggi “autorevoli ed onniscienti” che mettono in dubbio risultati incontrovertibili come quelli del DNA (chiave identitaria specifica e legge universale della vita sulla terra) dimostrando di non comprendere minimamente cosa sia il DNA e la probabilità statistica circa l’affidabilità del metodo utilizzato (sicurezza al 99, 9999987% che il risultato sia esatto, su una popolazione dei dintorni del delitto, non sull’intera popolazione italiana): figli senza il DNA del padre che per quale mistero divino sarebbero da lui generati, tracce di sangue che compaiono sugli indumenti (intimi) della povera vittima senza mai averla vista e conosciuta.

Parliamone ;-)

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