Il 14 novembre del 1891 nasceva Frederick Banting, il fisiologo ed endocrinologo canadese al quale si deve la scoperta dell’insulina, ormone dell’organismo deputato all’assimilazione degli zuccheri nel sangue. Il suo cattivo funzionamento è la principale causa dell’insorgere del diabete. Nel nostro paese si calcolano più di 3,5 milioni di persone con diabete diagnosticato (6,2% della popolazione) di cui oltre il 90% di tipo 2, un milione di persone con diabete tipo 2 non diagnosticato (1,6% della popolazione) e 3,6 milioni di persone (6,2% della popolazione) con una alterazione dei valori della glicemia tali da configurare un alto rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. In pratica oggi oltre il 10% della popolazione italiana ha difficoltà a mantenere sotto controllo la glicemia. E nel 2030 si prevede che le persone diagnosticate con diabete saranno 5 milioni.

Visti i preoccupanti numeri in forte ascesa, dal 1992, la Federazione Internazionale del Diabete e l’Organizzazione Mondiale della Sanità promuovono il “Diabetes Day”. Dal Battistero di Firenze al Maschio Angioino a Napoli, la luce blu ricorderà al mondo l’emergenza diabete. Saranno 1.200 in tutto gli eventi di prevenzione e sensibilizzazione, solo in Italia, che coinvolgeranno 500 città.

Il diabete porta con sé una serie di complicanze che rendono molto complessa la vita dei malati: le retinopatie, ad esempio, sono la principale causa di cecità prevenibile nei paesi industrializzati. In Italia, poi, sono troppi i bambini con diabete di tipo 1, quello che si ha dalla nascita, che arrivano tardi alla diagnosi, con medici, genitori e insegnanti che non riconoscono i ‘campanelli d’allarme’ della malattia.

Numeri da capogiro anche per quanto riguarda il costo di gestione della malattia: la spesa per i soli costi indiretti è pari a 12 mld di euro, secondo una stima della London School of Economics.

Bisogna avviare azioni concrete”, avverte la Sid (Società Italiana Diabetologia), “per ridurre l’altissimo numero di morti e le complicanze del diabete: infarti, ictus, amputazioni, insufficienza renale fino alla dialisi, perdita della vista. È ora di risvegliarsi da un sonno che è durato troppo a lungo e che non solo ha ridotto la potenzialità dei ricercatori che operano in Italia ma ha contribuito a declassare la malattia ad una sorta di fastidio molto diffuso ma senza particolari conseguenze per la salute”.


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