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Si avvicina la scadenza della terza rata dell’Imu, il 17 dicembre, ma è già caos. A lanciare l’allarme è la consulta dei Caf secondo cui mancano ancora le delibere dell’88% dei comuni. Inoltre si attende il contenuto della norma generale per le dichiarazioni dell’imposta. Le Associazioni dei Consumatori, Federconsumatori e Codacons, non hanno perso occasione per ribadire gli effetti nefasti dell’imposta mentre Confedercontribuenti si unisce all’appello dei Caf di far slittare la scadenza. Ma dal ministro Grilli nessuna apertura: “Il momento è difficile,  e  le scadenze previste restano quelle”. I Caf sono altresì preoccupati per il lavoro dei centri di assistenza che potrebbe diventare più difficile man mano si avvicina la data.  Preoccupa anche il contenuto della norma generale che concede ai cittadini, dopo la scadenza del 30 novembre, 90 giorni di tempo dal verificarsi della variazione per presentare la dichiarazione Imu. Secondo i Caf è facilmente intuibile che la mancata individuazione di una data unica, entro la quale effettuare l’adempimento e termini così ristretti, non consentirà una adeguata informazione ai contribuenti interessati.
La Consulta dei Caf ha inviato, nelle scorse settimane, agli 8.000 Comuni una precisa richiesta al fine di ottenere le delibere e i regolamenti approvati nonché eventuali altre informazioni che consentissero di anticipare e agevolare l’inserimento delle aliquote per il calcolo del saldo, la stampa dei modelli di versamento e la consegna al cittadino. A oggi hanno dato seguito alla richiesta poco meno di 1.500 (18% sul totale).
Per tutte queste ragioni, i Caf chiedono di prevede uno slittamento al 31 dicembre 2012 per il saldo senza applicazione di sanzioni. Anche Confedercontribuenti chiede una proroga, addirittura al 15 gennaio 2013, ravvedendo nel caos che si è venuto a creare “una violazione dello Statuto dei Contribuenti e questa volta la responsabilità è duplice: da una parte, il Governo centrale non ha ancora approvato il modello per redigere la dichiarazione, e dall’altra l’82% dei Comuni non ha deliberato le aliquote da applicare. E’ grave, perchè il pagamento dell’IMU a saldo richiede l’esborso di somme rilevanti sia per le famiglie che per le imprese”.
Secondo Confedercontribuenti, “una delle norme fondamentali dello Statuto del Contribuenti riguarda la certezza della norma e degli adempimenti, ma chi ci governa fà finta di non saperlo. Se l’Italia muore di tasse non può certo stare dietro anche nell’incapacità di chi governa di determinarli nei tempi e con le modalità corrette”. il ministro Vittorio Grilli ha già detto che non c’è spazio per una possibile proproga ma per il Codacons calcolare il saldo dell’Imu sarà comunque un caos, in caso di cambio delle aliquote da parte dei comuni. Ecco perché è stato un atto irresponsabile dare così tanto tempo agli enti locali per decidere l’aliquota definitiva. Il Codacons ricorda i rialzi delle aliquote già decisi dai comuni produrranno, rispetto alla prima rata in acconto, un aumento medio del saldo pari a 25 euro per la prima casa (si considera il pagamento in due rate) e 159 euro per la seconda.
Federconsumatori, infine, coglie l’occasione per ricordare che gli effetti dell’IMU comporteranno un aggravio medio di 615 Euro annui a famiglia: le ricadute di tale imposta non agiranno solo in termini diretti sulle tasche dei cittadini per le abitazioni di proprietà (con aggravi medi di 405 Euro annui a famiglia) o per le ricadute sugli affitti, ma vi saranno anche pesanti ripercussioni indirette.


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2 thoughts on “Imu, terza scadenza in arrivo: è caos

  1. In Italia si ripete sempre che… dal…scatta…Ma cosa scatta se non la rabbia di chi si sente preso per il dallo Stato!

  2. quando un arbitro non è in giornata,deve essere sostituito come si fa per ogni atleta.il giudice di capo deve avere questo potere.

Parliamone ;-)

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