Da venerdì 3 agosto a domenica 5 agosto serrata dei distributori di carburanti, compresi i self service, sia sulla rete ordinaria che autostradale. E da lunedì 30 luglio a domenica 5 agosto non si potrà fare rifornimento pagando con carta di credito, pago bancomat o altre carte bancarie. Azioni forti che rappresentano la punta dell’iceberg di una battaglia, iniziata ormai da diversi mesi dai gestori delle pompe di benzina. La loro posizione è chiara: l’intenzione dei petrolieri è quella di approfittare della confusione politica e della pesante crisi che ingessa il Paese per regolare i conti con un’intera categoria di lavoratori e consolidare le proprie rendite.
E’ quanto si legge in una nota congiunta dal coordinamento delle organizzazioni di categoria Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio. Un’accusa pesante che coinvolge anche la politica, perché il Governo resta a guardare e, “nonostante 14 diverse sollecitazioni formali e appelli di ogni tipo, si è sottratto a qualsiasi tipo di confronto ed è inerte di fronte alla violazione delle leggi in vigore. Compresa quella recentissima del decreto liberalizzazioni, rimasta per l’essenziale lettera morta“.
I gestori denunciano l’aggiramento della norma che avrebbe dovuto garantire la gratuità dei pagamenti con carte di credito e bancomat sia ai consumatori che ai gestori: le banche pretendono il pagamento delle commissioni minacciando, in caso contrario, la “disdetta del servizio”.
C’è poi la condizione particolare delle autostrade dove gestori e consumatori sono fatti oggetto di una vera e propria discriminazione sui prezzi, esclusi da ogni tipo di sconto, che sta condannando le imprese di gestione al fallimento e la stessa rete autostradale alla totale marginalizzazione.
Ci sono, infine, gli accordi collettivi scaduti e non rinnovati, licenziamenti forzati degli addetti alla distribuzione e margini tagliati unilateralmente fino al 70%. Un’intera categoria messa in ginocchio, che da tempo chiede di essere ascoltata, ma invano. Per questo ha deciso di portare avanti una serie di iniziative forti, tra cui lo sciopero dei distributori dal 3 al 5 agosto (l’articolazione delle chiusure verrà comunicata in seguito), la sospensione dei pagamenti con carte o bancomat, la sospensione degli accordi collettivi (a partire dal 23 luglio) per la parte che riguardano il prezzo massimo di rivendita sui carburanti. Infine, da mercoledì 18 luglio, partirà una campagna di informazione e sensibilizzazione verso i cittadini e gli automobilisti.
Immediata la risposta dell’Autorità di garanzia sugli scioperi, secondo cui la serrata dal 3 al 5 agosto non è possibile perché quello è periodo di franchigia. L’Autorità lancia anche un appello alla responsabilità nelle zone colpite dal terremoto.
Intanto i prezzi alla pompa registrano, anche oggi, aumenti spinti dai rialzi delle quotazioni internazionali di benzina e diesel. Secondo la consueta rilevazione della Staffetta Quotidiana, questa mattina hanno messo mano ai listini Eni, Esso, IP, Q8 e TotalErg, con aumenti sulla benzina compresi tra 0,4 centesimi (TotalErg) e 1,1 centesimi (Eni) e sul gasolio tra 0,5 centesimi (Esso e Q8) e 2 centesimi (IP).
Per Eni si tratta del  quarto rialzo nel giro di due settimane (però ci sono gli sconti del weekend!); dall’inizio di luglio ad oggi i prezzi Eni sono aumentati (senza contare gli sconti) di 4,8 centesimi al litro sulla benzina e di 3,8 centesimi sul gasolio. Nello stesso periodo le quotazioni internazionali sono aumentate, rispettivamente, dell’equivalente di 5,2 e 6,1 centesimi, quindi non tutti gli aumenti dei prezzi internazionali sono stati “ribaltati” su quelli alla pompa.
Le medie nazionali dei prezzi tra le diverse compagnie in modalità servito salgono per la benzina a 1,837 euro/litro (+0,6 centesimi) e per il diesel a 1,734 euro/litro (+1 centesimo). Invariato il Gpl Eni a 0,729 euro/litro, ritocco al rialzo per il metano a 0,970 euro/kg. Anche le punte massime (tutte al Sud) riprendono vigore per la verde fino a 1,911 euro/litro e a 1,773 per il diesel, mentre restano ferme a 0,802 per il Gpl
 
 
 


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