Lupo meno protetto, via libera Ue al cambio dello status
Gli stati membri dell’Ue hanno dato il via libera al cambio di status del lupo da specie “strettamente protetta” a “protetta”. Legambiente: “Decisione insensata, un grave errore e un duro colpo per la tutela di questa specie”
Il lupo sarà meno protetto: gli Stati membri dell’Ue, alla riunione del Coreper, hanno dato il via libera all’inserimento del lupo nell’allegato III della Convenzione di Berna; una modifica che di fatto declassa il lupo da specie “strettamente protetta” a “protetta”.
“La Commissione – si legge nella nota del Consiglio Ue – presenterà ora la proposta al segretariato della Convenzione di Berna […]. La modifica del livello di protezione non sarà immediatamente applicabile nell’UE. Una volta entrata in vigore la modifica delle appendici della Convenzione di Berna, l’UE sarà autorizzata a modificare i corrispondenti allegati della Direttiva Habitat – la legge dell’UE che attua la Convenzione di Berna – al fine di adeguare il livello di protezione dei lupi nel proprio ordinamento giuridico interno”.
LNDC Animal Protection aveva già espresso profonda preoccupazione per le conseguenze che tale scelta potrebbe avere non solo per il lupo, ma anche per l’intero ecosistema.
“Sosteniamo con fermezza che le scelte politiche devono essere basate su dati scientifici e non sugli interessi economici a breve termine di alcuni settori, che rappresentano una minoranza della cittadinanza – aveva affermato afferma Piera Rosati, Presidente LNDC Animal Protection. – Le misure di protezione dovrebbero essere potenziate, non ridotte, e devono essere attuate politiche di gestione che bilancino le esigenze degli agricoltori con la necessità di preservare la fauna selvatica”.
Lupo meno protetto, Legambiente: grave errore
Per Legambiente, questa decisione rappresenta un “grave errore e un duro colpo per la tutela di questa specie“.
“La decisione non solo mette a rischio decenni di sforzi di conservazione, ma rappresenta una decisione insensata e soprattutto una significativa battuta d’arresto per quello che è stato uno dei più importanti successi dell’Unione Europea in materia di conservazione della fauna selvatica: ossia il ritorno del lupo dopo un periodo in cui la specie ha rischiato l’estinzione”, ha commentato Stefano Raimondi, responsabile nazionale biodiversità di Legambiente.
L’Italia – ricorda Raimondi- è tra i Paesi che ha votato a favore di questo declassamento, “dimenticando che i lupi sono protetti sia dalla Convenzione di Berna che dalla Direttiva Habitat dell’Unione Europea e rappresentano una specie fondamentale per la salute degli ecosistemi e della biodiversità in tutta Europa”.
Si tratta di un’operazione che, secondo Raimondi, “indebolirà la loro protezione e ostacolerà il recupero in corso delle popolazioni di lupi, e metterà a rischio anche gli sforzi per promuovere la coesistenza tra l’uomo e i grandi carnivori, optando invece per l’approccio a breve termine del controllo letale che rappresenta solo una grande sconfitta”.
L’associazione ambientalista ricorda che con questa decisione gli Stati membri hanno scelto di ignorare l’appello di oltre 300 organizzazioni della società civile e di centinaia di migliaia di persone che li esortavano a seguire le raccomandazioni scientifiche e a intensificare gli sforzi per favorire la coesistenza con i grandi carnivori attraverso misure preventive.
In Italia, secondo i dati raccolti nel dossier “Biodiversità a rischio” di Legambiente, nel 2022 e 2023 sono morti in tutto oltre 200 lupi, principalmente a causa di investimenti e bracconaggio. Si tratta, precisa Legambiente, di un dato sottostimato, perché non esiste ad oggi una banca dati ufficiale aggiornata: mancanza che “favorisce la nascita di fake news oltre ad “attacchi politici” a discapito della gestione della specie e dei conflitti in maniera scientifica“.