Risparmio tradito, le AACC chiedono a MEF e Consap di garantire l’accesso al FIR

Risparmio tradito, le AACC chiedono a MEF e Consap di garantire l’accesso al FIR

Continua l’impegno di Federconsumatori, Udicon, Assoutenti, Adoc, Adiconsum, Adusbef, Cittadinanzattiva, Confconsumatori, Casa del Consumatore e Movimento Consumatori a difesa dei cittadini vittime del risparmio tradito.

“In questi anni – scrivono le associazioni in una nota – abbiamo assistito decine di migliaia di risparmiatori, aiutandoli ad ottenere i giusti ristori “per i risparmi andati in fumo”. Continuiamo a batterci per chi, a causa di errori incolpevoli, di sviste o di valutazioni errate, ancora attende di ottenere quanto gli spetta”.

Risparmio tradito e i diritti dei consumatori, le criticità del sistema

In questo momento le associazioni stanno “seguendo con attenzione l’iter delle modifiche apportate con gli emendamenti alla legge n. 145/2018 istitutiva del FIR (Fondo Indennizzi Risparmiatori) e successive modifiche contenuti nella legge di conversione del Dl 1151 “Enti Locali” e non mancheremo, non appena operative, di darne opportuna informazione, continuando ad assistere i cittadini coinvolti”.

“Ma siamo convinti – sottolineano – che tali novità non siano ancora sufficienti a tutelare efficacemente i risparmiatori; ecco perché abbiamo richiesto nuovamente, uniti, un incontro urgente al Ministro dell’Economia e delle Finanze, al Presidente del CNCU e alla Consap, per avanzare le nostre proposte migliorative, che sarebbero realmente efficaci a garantire i diritti dei risparmiatori coinvolti nelle vicende che hanno interessato le 2 banche Venete poste ora in liquidazione, Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza, e le 4 banche del Centro Italia,  Banca Etruria, Carife, Carichieti e Banca Marche”.

Come spiegato dalle associazioni, questi ultimi si trovano, infatti, di fronte a numerosi problemi:

  • alcuni sono privati della possibilità di rientrare nella procedura ordinaria per ottenere l’indennizzo per aver, incolpevolmente, commesso degli errori nella dichiarazione relativa al possesso dei requisiti reddituali e/o patrimoniali richiesti per l’accesso alla procedura;
  • ad altri è negata la possibilità di ottenere l’indennizzo a causa di un errore da parte dell’Agenzia delle Entrate che ha in maniera inesatta calcolato il patrimonio mobiliare con riferimento al nucleo familiare e non considerando, invece, la situazione patrimoniale del singolo;
  • altri ancora si son visti liquidare importi inferiori a quanto dovuto, senza aver ricevuto, da parte della Commissione Tecnica di Consap, l’indicazione del calcolo effettuato, nonostante lo avessero più volte richiesto.

“A tutto ciò si aggiungono i ritardi: sono ancora tantissimi i risparmiatori in attesa della liquidazione degli importi dovuti – aggiungono le associazioni – seppure nell’area riservata del portale dedicato sia indicato, da molto tempo, lo stato della pratica “in liquidazione”.

Le associazioni chiedono un incontro urgente a MEF e Consap

“Non dimentichiamo, inoltre, che il Senato ha approvato l’ordine del giorno al DL Milleproroghe che impegna il Governo a incrementare “la percentuale di indennizzo prevista a favore degli azionisti, già ammessi a beneficiare del FIR, in conformità a quanto già previsto dal citato comma 496 della legge di bilancio 2019” – proseguono le associazioni. – Ammonta, poi, a circa 500 milioni di euro la parte inutilizzata del fondo, che dovrà essere impiegata per sanare le posizioni irrisolte e consentire a tutti gli aventi diritto di accedere al rimborso”.

“In tal senso intendiamo sollecitare MEF e Consap a inserire all’interno degli emendamenti al Disegno di Legge n. 1151 la possibilità di sanatoria delle istanze rigettate per errori incolpevoli o non imputabili al richiedente nella comunicazione della sussistenza di uno dei requisiti; l’integrazione degli indennizzi liquidati in misura inferiore a quella spettante; la proroga dei tempi utili per l’invio dei nuovi codici iban; la proroga dell’attività della Commissione Tecnica almeno fino a dicembre 2023 o, comunque, fino alla liquidazione di tutti gli aventi diritto; l’incremento dell’indennizzo in proporzione  alla capienza del fondo, una volta liquidate le posizioni ancora pendenti”.

“È giunto il momento di porre fine ad una situazione intollerabile, che troppi risparmiatori stanno patendo, da troppo tempo – concludono le associazioni -. Questa necessità diventa ancor più stringente alla luce dell’attuale congiuntura socio-economica, che vede crescere il numero di famiglie e soggetti vulnerabili che versano in uno stato di precarietà finanziaria, bisogno e disperazione”.


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