Thomas Cook in bancarotta, bloccati voli e vacanze per oltre mezzo milione di turisti
Il fallimento di Thomas Cook, storica agenzia di viaggi britannica, coinvolge oltre mezzo milione di turisti. Cancellati tutti i voli e le vacanze future, migliaia di clienti bloccati all’estero
Thomas Cook in bancarotta. L’Agenzia di viaggi britannica, con 178 anni di storia alle spalle e una lunga tradizione nei viaggi organizzati, chiude i battenti e chiede la liquidazione giudiziaria. Lo ha annunciato oggi la stessa società, avvertendo che sono cancellati tutti i futuri voli e le future vacanze.
We are sorry to announce that Thomas Cook has ceased trading with immediate effect.
This account will not be monitored.
Please visit https://t.co/WWiKkzLYQJ for further advice and information.#ThomasCook pic.twitter.com/Nf1X3jn97x
— Thomas Cook (@ThomasCookUK) September 23, 2019
Voli e vacanze cancellati
Il collasso del tour operator mette a rischio, dicono le prime notizie di stampa, 22 mila posti di lavoro a livello globale e il ritorno a casa di 150 mila turisti britannici che avevano prenotato il volo con la Thomas Cook. Ma i turisti coinvolti sono molti di più: oltre mezzo milione, secondo altre stime 600 mila, sono i clienti del tour operator che attualmente si trovano in vacanza, che vanno rimpatriati e che sarebbero bloccati all’estero.
«L’attività nel Regno Unito è stata interrotta con effetto immediato e tutti i voli e le vacanze future sono stati cancellati», ha annunciato la stessa Thomas Cook.
I voli di rimpatrio, organizzati dal Governo britannico e dalla Civil Aviation Authority, saranno operativi solo per le prossime due settimane e fino al 6 ottobre. L’Autorità per l’aviazione civile ha poi istituito un servizio di assistenza clienti per chi si trova all’estero.
Cosa devono fare i turisti?
Cosa devono fare i turisti? Qualche indicazione arriva in Italia da Federconsumatori. «Per chi al momento si trova all’estero e ha una prenotazione per un volo di ritorno per il Regno Unito, l’azienda sta organizzando voli di rimpatrio operativi fino al 6 ottobre e solo per i passeggeri il cui viaggio ha avuto origine nel Regno Unito – spiega l’associazione – Questo programma non include i voli di andata e, nel caso in cui si scelga di acquistare un altro volo per partire con un’altra compagnia fuori dal Regno Unito, non sarà possibile usufruire dei voli di rimpatrio per il rientro».
Alcuni pacchetti vacanze di Thomas Cook includono voli con compagnie aeree non correlate al Gruppo: in questo caso, spiega Federconsumatori, i voli dovrebbero essere operativi, ma si consiglia comunque di verificare l’effettiva operatività e la validità della prenotazione. Inoltre altre componenti del pacchetto, come alloggi e trasferimenti, potranno essere cancellate.
Ancora tante incertezze
La Thomas Cook, prosegue ancora Federconsumatori, sta prendendo accordi per i rimborsi da effettuare sulle prenotazioni che rientrano nella copertura ATOL, una sorta di copertura finanziaria per i pacchetti di viaggio venduti dalle agenzie con sede nel Regno Unito, ma più informazioni sulle modalità di rimborso verranno pubblicate sul sito entro il 30 settembre.
Si sta mobilitando anche il Codacons che chiede un intervento del Ministero degli Esteri. «Non sappiamo al momento quanti italiani siano coinvolti nel default, e invitiamo in tal senso il Ministero degli Esteri ad attivarsi per fornire informazioni ai connazionali che si trovano all’estero e sono interessati dal fallimento della società», ha detto il presidente dell’associazione Carlo Rienzi.
Federalberghi teme uno tsunami
Ci sono però anche i problemi degli albergatori, sui quali ancora si sa poco. Federalberghi chiede al Governo italiano di intervenire con le autorità inglese e degli altri paesi per tutelare la posizione delle imprese italiane.
«Il fallimento di Thomas Cook potrebbe causare uno tsunami – ha detto il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca – Siamo molto preoccupati. In poche ore, siamo stati contattati da molti alberghi, ciascuno dei quali vanta nei confronti del tour operator inglese crediti per decine di migliaia di euro, a volte centinaia di migliaia».
Il crac del tour operator preoccupa non poco le imprese coinvolte. E probabilmente servirà un’azione legale, dice Federalberghi, con tempi lunghi ed esito incerto. «Le istruzioni diffuse dalla compagnia si soffermano sulla tutela dei turisti, bloccando la partenza di coloro che stavano per mettersi in viaggio e coordinando il rimpatrio di coloro che sono attualmente in vacanza. Ma – dice Bocca – neanche una parola in relazione agli alberghi e agli altri partner, che si ritrovano con il cerino acceso in mano. Si conferma, ancora una volta, che la direttiva europea sui pacchetti di viaggio è una norma lacunosa, che non tiene conto del ruolo delle imprese turistico ricettive».
Federalberghi chiede dunque un intervento del Governo. «Nel contempo, suggeriamo ai nostri soci di informare eventuali clienti che hanno prenotato con Thomas Cook e che stanno per arrivare, affinché sappiano che dovranno saldare il conto in albergo, per poi chiedere alle competenti autorità inglesi il rimborso di quanto versato a Thomas Cook».