È stato aggiornato il divieto di sacchetti di plastica:  sono stati vietati quelli con gli additivi, definiti i criteri di biodegradabilità e stabilite sanzioni da 2500 a 25 mila euro, aumentabili fino a 100 mila euro, per chi commercializza prodotti non a norma.
È entrato infatti in vigore il decreto legge n.2 del 25/01/2012 “misure straordinarie e urgenti in materia ambientale” che all’art.2 aggiorna il divieto entrato in vigore dal 1 gennaio di quest’anno. Le disposizioni prevedono che “a  decorrere  dal  31  luglio 2012, la commercializzazione dei  sacchi  non  conformi  è  punita  con  la  sanzione  amministrativa  pecuniaria  del pagamento di una somma da 2.500 euro a 25.000 euro, aumentata fino al quadruplo del massimo se la violazione del divieto riguarda quantità ingenti di sacchi  per  l’asporto  oppure  un  valore  della  merce superiore al 20 per cento del fatturato del trasgressore”. Il decreto prevede che si possano continuare a produrre sacchetti di plastica tradizionali che siano effettivamente riutilizzabili, con uno spessore minimo di 200 micron per le buste a uso alimentare e di 100 micron per quelle destinate ad altri usi. Al di sotto di questi spessori il sacchetto deve essere realizzato con materiali compostabili che non inquinano il processo di produzione del compost di qualità ottenuto dal trattamento dei rifiuti organici domestici.
Il decreto è apprezzato da Legambiente. Commenta il vicepresidente dell’associazione Stefano Ciafani: “Finalmente sono sanciti da un decreto legge pubblicato nella Gazzetta Ufficiale quali sono i criteri di vera biodegradabilità dei sacchetti di plastica. Da ora in poi un sacchetto per essere definito veramente biodegradabile deve garantire la sua compostabilità secondo la norma europea EN13432, che mette al bando anche gli shopper realizzati con gli additivi, ampiamente diffusi nel commercio al dettaglio nel nostro Paese”. Per legge dal 1° gennaio è vietato commercializzare i sacchetti di plastica usa e getta.


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