Transizione ecologica, l'Agenda di Legambiente per la prossima legislatura

Transizione ecologica, l'Agenda di Legambiente per la prossima legislatura (fonte immagine: Pixabay)

Che transizione ecologica serve all’Italia e che in direzione dovrà andare la prossima legislatura? Legambiente, in vista delle elezioni del 25 settembre, presenta ai partiti in corsa la sua Agenda per la prossima legislatura.

Un documento che raccoglie 100 proposte, suddivise in 20 ambiti tematici, con riforme e interventi sulla transizione ecologica e che hanno al centro: lotta alla crisi climatica, che – afferma Legambiente – “è stata dimenticata in questa campagna elettorale”, innovazione tecnologica, lavoro e inclusione sociale.

Transizione ecologica, la posizione di Legambiente

Questi temi, per l’associazione ambientalista, si traducono in: nuove leggi da approvare, come ad esempio quelle sull’eliminazione dei sussidi alle fonti fossili, sul consumo di suolo, sul riordino dei bonus edilizi, in materia di lotta alla gestione illecita dei rifiuti, le illegalità lungo le filiere agroalimentari, e per la tutela della fauna e della flora protette.

E, ancora, semplificazioni; velocizzazione degli iter autorizzativi a partire dagli impianti a fonti rinnovabili e dell’economia circolare; approvazione di decreti attuativi mancanti, da quelli sull’end of waste per il riciclo a quelli della legge di recepimento della direttiva RED II sulle rinnovabili, sull’agricoltura biologica o sui controlli del Sistema nazionale a rete per la protezione dell’ambiente (SNPA) e così via.

E poi, tra gli altri interventi da mettere in campo: uno spostamento di risorse pubbliche dai settori più inquinanti a quelli più innovativi e con minor impatto ambientale, intervenendo sui sussidi ambientalmente dannosi; potenziamento in organico e competenze degli uffici centrali e territoriali preposti al rilascio delle valutazioni di impatto ambientale, delle autorizzazioni e ai controlli; investimenti in nuove infrastrutture green, a partire da impianti eolici a terra e mare, fotovoltaici sui tetti, agrivoltaici, impianti industriali dell’economia circolare, quelli per smaltire l’amianto, mobilità urbana a zero emissioni, trasporto pendolare, ammodernamento di acquedotti, adeguamento dei depuratori esistenti e realizzazione dei nuovi, riqualificazione degli edifici scolastici e così via.

 

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Fonte immagine: Pixabay

 

Accanto alle 100 proposte, inoltre, Legambiente indica anche 3 fari da seguire:

l’Europa, che ha una leadership importante a livello internazionale nella lotta alla crisi climatica;

– la riconversione ecologica del tessuto produttivo, che può garantire milioni di nuovi posti di lavoro, l’apertura di nuovi impianti produttivi o la riconversione di quelli già esistenti;

– la giusta transizione ecologica, un obiettivo da perseguire in primis penalizzando economicamente le aziende più inquinanti, a partire da quelle che hanno fatto extraprofitti clamorosi nel settore delle fossili; favorendo le riconversioni delle competenze professionali e dei cicli produttivi a maggior impatto ambientale, utilizzando anche le risorse europee del Just Transition Fund; contrastando gli interessi ecomafiosi che stanno già puntando ad acquisire appalti e risorse dedicati alla riconversione ecologica dell’economia; combattendo la povertà energetica e facilitando l’accesso ai servizi più innovativi ai meno abbienti.

“Nei prossimi cinque anni – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – il nuovo esecutivo non potrà permettersi gli errori commessi dal governo Draghi, nato sotto l’egida di una auspicata transizione ecologica che avevamo salutato con favore in occasione delle consultazioni, insieme a Greenpeace e WWF , e che invece si è caratterizzato per una narrazione in negativo della “rivoluzione green” paragonata ad un bagno di sangue, per le politiche orientate alla diversificazione dei Paesi da cui ci approvvigioniamo di gas fossile e non per quelle finalizzate alla riduzione delle bollette e della nostra dipendenza dall’estero”.

“Da parte di tutti i partiti, a cominciare da quelli che sosterranno il prossimo governo, ci aspettiamo più coerenza rispetto allo storico voto unanime del febbraio scorso, che ha portato all’inserimento nella Costituzione della tutela dell’ambiente, della biodiversità e dell’interesse delle future generazioni”, conclude Ciafani.

Gli errori da evitare

Legambiente spiega anche quali sono gli errori da evitare: il ritorno al nucleare e il Ponte sullo Stretto di Messina.

“La prossima legislatura – afferma l’associazione – si impegni piuttosto per chiudere definitivamente la stagione elettronucleare italiana con la costruzione del Deposito di rifiuti radioattivi a media e bassa attività. Va abbandonato anche l’insensato progetto del Ponte di Messina, rilanciando invece gli investimenti in collegamenti veloci e frequenti tra la Sicilia, la Calabria e il resto della Penisola, portando le Frecce nei collegamenti tra Palermo, Catania e Roma, potenziando il trasporto via nave lungo lo Stretto e rafforzando i collegamenti in treno da Reggio Calabria a Taranto e Bari”.


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