Consumatore derubato allo sportello ATM, l’Abf riconosce il diritto al rimborso
L’Abf ha riconosciuto il diritto a un rimborso di 1500 euro, da parte di Unicredit, a favore di un consumatore derubato allo sportello ATM
L’Arbitro Bancario e Finanziario (Abf) ha riconosciuto il diritto al rimborso di 1.500 euro a favore di un consumatore romano derubato presso uno sportello ATM, corrispondente all’importo di un’operazione disconosciuta a seguito del prelievo non autorizzato: un’altra importante vittoria per Confconsumatori Roma, che ha diffuso la notizia.
Consumatore derubato allo sportello, la vicenda
Secondo quanto riportato da Confconsumatori Roma, a marzo 2022 il nostro associato era stato avvicinato da uno sconosciuto mentre stava inserendo la propria carta bancomat nello sportello ATM. L’uomo si era parato tra il ricorrente e lo schermo dell’ATM, sostenendo che il sistema non funzionasse.
Allora il cittadino ha recuperato la carta di pagamento e si è spostato all’ATM accanto: a quel punto si è accorto che era appena stato effettuato un prelievo dal proprio conto. Il malvivente era riuscito a sottrargli 1500 euro, nonostante la carta fosse nelle mani del ricorrente stesso e non fosse stato inserito il PIN.
L’associato di Confconsumatori si è rivolto, quindi, all’intermediario chiedendo un rimborso, senza però avere successo.
“Non essendo riuscito a definire la controversia attraverso il reclamo, con l’assistenza della sede domanda di Confconsumatori, l’uomo ha deciso di avviare una procedura davanti all’Arbitro Bancario Finanziario, che si è infine rivelata risolutiva“, racconta l’associazione.
La decisione dell’Abf
“Secondo l’Abf – spiega Confconsumatori Roma – spettava all’intermediario provvedere a indicare una serie di elementi che dimostrassero la colpa grave dell’utente alla base del furto: queste prove, però, erano in questo caso assenti. L’intermediario, infatti, ha obiettato che le operazioni erano state effettuate correttamente, senza che emergesse alcuna anomalia, autenticate tramite il microchip della carta e la corretta digitazione del PIN senza errori, senza però dimostrare nulla in merito alla colpa grave dell’utente“.
L’Arbitro ha infine chiarito che “il ladro aveva impiegato una condotta ingannevole, convincendo l’utente che l’ATM non funzionasse, accompagnata inoltre da una forma di prevaricazione fisica, frapponendosi tra il ricorrente e l’ATM dov’era giù stata inserita carta bancomat. Il malvivente aveva poi digitato la cifra da prelevare, e l’aveva sottratta”.
Al tal proposito – spiega l’associazione – “è orientamento consolidato che, a fronte di un comportamento violento del ladro, va esclusa la colpa grave dell’utilizzatore dello strumento di pagamento, il quale in alcun modo avrebbe potuto evitare l’aggressione subita”.
“L’Arbitro Bancario e Finanziario – ha dichiarato l’avvocato Barbara d’Agostino, Presidente di Confconsumatori Lazio – ha nuovamente riconosciuto un principio fondamentale, ossia la totale assenza di colpa quando si è vittima di una condotta ingannevole, e ha oltretutto riconosciuto in modo chiaro che a fronte di un comportamento violento del ladro, va esclusa la colpa grave dell’utilizzatore dello strumento di pagamento, il quale in alcun modo avrebbe potuto sottrarsi all’aggressione”.
“Il Collegio – ha concluso Barbara d’Agostino – ha riconosciuto che la responsabilità dell’operazione fraudolenta grava sull’intermediario e che la vittima di furto ha diritto a ottenere il rimborso dell’importo, condannando quindi Unicredit al rimborso delle somme illegittimamente sottratte dal conto corrente”.