io non voglio il falso_contraffazione

Consumatore complice e vittima della contraffazione. Un doppio ruolo che si comprende appieno quando si parla del magmatico mondo dei prodotti contraffatti. Per educare i cittadini alla legalità, si è svolta la campagna informativa “Io non voglio il falso”, promossa dalla Direzione generale per la lotta alla contraffazione-UIBM del Ministero dello Sviluppo Economico in collaborazione con Acu, Adiconsum, Adoc, Assoutenti, Codici, Federconsumatori, Movimento Consumatori e Movimento Difesa del Cittadino.
Il consumatore spesso sa di acquistare un prodotto contraffatto e ne ricava anche una certa soddisfazione. Una delle poche leve che sembra utile per combattere questo fenomeno è il rischio per la sicurezza e per la salute portato da prodotti che possono essere realizzati con materiali tossici o impropri.
Il consumatore è consapevole e vittima al tempo stesso del prodotti contraffatti. Sa che la contraffazione crea un danno ma non sa che c’è una connivenza con la criminalità organizzata – afferma Loredana Gulino, Direttore generale della Direzione per la lotta alla contraffazione del Ministero dello Sviluppo Economico – La sanzione amministrativa non basta. Dobbiamo incidere sul fronte dell’educazione del consumatore perché dietro al gesto di acquisto di un prodotto contraffatto ci sono un’infinità di danni e fenomeni criminali”.
Occasione per fare il punto della situazione sul progetto è stato un incontro a Roma che ha visto intorno al tavolo rappresentanti istituzionali, associazioni di consumatori e aziende. Intanto, i risultati della campagna informativa per la lotta alla contraffazione: sono stati aperti 40 sportelli su tutto il territorio nazionale per informare i cittadini sui rischi della contraffazione; le segnalazioni e le richieste di informazioni arrivate sono state oltre 12 mila; le segnalazioni hanno riguardato per il 41% abbigliamento e accessori, e il fatto che siano minori le segnalazioni su giocattoli o alimentari indica che forse c’è da fare un sforzo in più per aumentare la consapevolezza dei rischi che si corrono; sono stati fatti e distribuiti cinque vademecum tematici, una newsletter dedicata, e realizzate iniziative di sensibilizzazione da parte delle singole associazioni attraverso video tematici e messaggi radiofonici. Ci sono stati 50 incontri con i cittadini e la partecipazione a 32 fiere di settore.
“Combattere la contraffazione è una battaglia di legalità”, ha detto Daniela Mainini, presidente del Consiglio nazionale anticontraffazione (Cnac), annunciando che partiranno il 19 novembre a Milano gli Stati generali della lotta alla contraffazione, articolati su sei macro-priorità: comunicazione, informazione e formazione; radicamento sul territorio; formazione delle imprese; internet; made in Italy e italian sounding; enforcement.
È chiara una cosa: la contraffazione crea danni economici e sociali e il ruolo dei cittadini è fondamentale. In Italia s’è poi creata una collaborazione fra aziende e associazioni dei consumatori, per molti versi inedita rispetto ad altri paesi europei, dove ognuno gioca la sua parte e il confronto avviene nelle aule dei tribunali. A più voci, i rappresentanti delle associazioni che animano il progetto hanno sottolineato il valore della battaglia e il ruolo dei cittadini-consumatori.
Oggi solo una nuova cultura della concertazione fra imprenditori e associazioni dei consumatori può realizzare un’effettiva lotta alla contraffazione – ha detto Pietro Giordano, segretario generale Adiconsum – La contraffazione è un cancro che avvelena la società e alimenta le mafie. I consumatori non comprendono che contribuiscono a un impero imprenditoriale e a un’industria che produce evasione fiscale, danni alle aziende, sfruttamento del lavoro. Troppo spesso i consumatori sono ‘conniventi’ perché non capiscono bene i danni che si fanno con la contraffazione”.
Da qui l’obiettivo delle campagne di comunicazione: l’educazione alla legalità dei cittadini consumatori, perché “senza il loro apporto – ha detto Antonio Longo, presidente di MDC – qualsiasi campagna anticontraffazione è destinata a uno scarso successo”. In Europa, ha ricordato Longo parlando della sua esperienza al Comitato economico e sociale europeo, la dinamica vede le associazioni dei consumatori da una parte, le aziende dall’altra, e spesso un confronto che si attua solo in tribunale. “Manca quel dialogo sociale e cultura che invece è una best practice in Italia”, ha aggiunto.
Ma qual è l’identikit del cittadino che compra contraffatto? Un sondaggio condotto l’anno scorso da Assoutenti ha evidenziato che il consumatore è consapevole, pensa di conoscere i rischi, e una delle poche leve su cui può passare il messaggio contro il fenomeno è quello della salute e della sicurezza, come ha ricordato il vice presidente Assoutenti Mario Finzi: “Il consumatore compra credendo di essere in grado di gestire i rischi. Acquista perché pensa di risparmiare ed ha una sensazione di soddisfazione nella scelta”. Il messaggio che fa più presa per argomentare la lotta alla contraffazione diventa dunque quello dei rischi per la sicurezza e per la salute che passano attraverso i prodotti contraffatti, che siano farmaci, cosmetici, giocattoli.
“Oltre a una battaglia di legalità – ha aggiunto il presidente Federconsumatori Rosario Trefiletti – c’è una battaglia culturale, economica ed etica”.
“Due anni fa, quando fu siglato l’accordo tra Ministero e Associazioni dei consumatori, si è realizzato un punto di svolta decisivo nella lotta alla contraffazione  – ha detto il presidente Adoc Lamberto Santini a margine dell’incontro – ora ci poniamo l’obiettivo di migliorare e intensificare ancora di più la collaborazione, grazie anche al fondamentale apporto dei corpi di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, il cui operato è sempre più essenziale e necessario nella lotta alla contraffazione e nella tutela dei cittadini consumatori”.
 
di Sabrina Bergamini
twitter @sabrybergamini


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