Tamponi in parafarmacia? Emendamento bocciato. Liberi farmacisti: è contro i cittadini
In Senato è stato bocciato un emendamento che avrebbe permesso di fare tamponi in parafarmacia. I liberi farmacisti: ci perde solo il cittadino che deve fare lunghe file per i tamponi
Tamponi in parafarmacia? Non si può fare. In Senato, in Commissione Affari Costituzionali, è stato infatti bocciato un emendamento che avrebbe consentito di fare tamponi nelle parafarmacie.
L’emendamento proposto da Loredana De Petris e Sandro Ruotolo (Leu-Ecosolidali) chiedeva infatti di permettere alle parafarmacie di fare tamponi per rilevare l’eventuale infezione da Covid. In questa direzione andava anche un altro emendamento presentato dal M5S. Il Governo aveva dato parere favorevole. A bocciare il provvedimento tutto il centrodestra, con Lega Fratelli d’Italia, Forza Italia e il voto di Italia Viva.
I titolari di parafarmacia sono naturalmente sul piede di guerra e denunciano l’azione di lobbismo dei farmacisti. Fare tamponi in parafarmacia avrebbe permesso di alleggerire le code cui sono sottoposti i cittadini ormai da settimane. Per spiegare il voto contrario alla proposta, Italia Viva ha detto che le parafarmacie non fanno parte del servizio sanitario nazionale quindi non sono nelle piattaforme che gestiscono le tessere sanitarie. Si sarebbe insomma dovuta creare una nuova piattaforma.
Tamponi in parafarmacia, la protesta da Conte a Bersani
Le voci critiche però non mancano, e non solo quelle dei parafarmacisti. I cinquestelle avevano presentato un emendamento che andava nella stessa direzione.
Così l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte (M5S) scrive in un post su facebook: «Quando la politica abbandona il buon senso e agisce per finalità diverse dal bene comune a pagare il conto più salato sono sempre i cittadini».
Pier Luigi Bersani, padre delle liberalizzazioni, denuncia su twitter: «Un lobbismo senza vergogna. Farmacisti che hanno una laurea come gli altri non possono fare i tamponi mentre la gente è in coda. E poi parlano di liberalizzazioni».
Quando la politica abbandona il buon senso e agisce per finalità diverse dal bene comune a pagare il conto più salato sono sempre i cittadini: https://t.co/jlyvRcoad8#parafarmacie #tamponi pic.twitter.com/I7IJoVF91v
— Giuseppe Conte (@GiuseppeConteIT) January 12, 2022
Movimento Liberi Farmacisti: “ecco il volto delle lobby”
La bocciatura è netta da parte del Movimento Nazionale Liberi Farmacisti che attraverso il presidente Vincenzo Devito denuncia la pressione dei titolari di farmacia di fronte alla bocciatura degli emendamenti che permettevano di fare tamponi in parafarmacia.
«Questo è il vero volto delle lobby presenti in Parlamento, a loro non interessa nulla dei cittadini, a loro importa unicamente difendere gli interessi economici di chi proteggono – dice Devito – Sono mesi che andiamo denunciando l’esistenza di un vero e proprio “corporativismo pandemico” che in tutti i provvedimenti cerca di tutelare l’interesse particolare».
Il Movimento dei liberi farmacisti denuncia poi che «prima hanno tentato di non far entrare le parafarmacie tra gli esercizi essenziali, poi hanno escluso di fatto i farmacisti che lavorano nelle parafarmacie dai corsi per poter effettuare i vaccini e infine diffidato quelle regioni che avevano deciso d’includere le parafarmacie tra i soggetti abilitati ad eseguire i tamponi. Vicenda, quest’ultima, che sarà affrontata addirittura davanti alla Corte Costituzionale dopo il rinvio del TAR Marche».
Un lobbismo senza vergogna. Farmacisti che hanno una laurea come gli altri non possono fare i tamponi mentre la gente è in coda. E poi parlano di liberalizzazioni https://t.co/qoiczpiNGl
— Pier Luigi Bersani (@pbersani) January 12, 2022
Tamponi in parafarmacia, Tar delle Marche rinvia alla Corte Costituzionale
Il Tar delle Marche ha infatti rinviato alla Corte Costituzionale il ricorso operato dalle parafarmacie delle Marche (e sostenuto dal Movimento Nazionale Liberi Farmacisti, Unione Nazionale dei Farmacisti Titolari di Sola Parafarmacia – UNAFTISP, Federazione Nazionale Parafarmacie Italiane FNPI) contro la decisione della Regione Marche di sospendere, dopo un mese dall’avvio, la delibera che concedeva alle parafarmacie la facoltà di eseguire tamponi antigenici rapidi per la rilevazione del Covid19. Insomma, la questione dei tamponi finisce alla Corte Costituzionale perché violerebbe la Costituzione.
Scrivono le sigle dei parafarmacisti: «Entrando nel merito della sentenza quello che è davvero rilevante è quanto scrive lo stesso Tribunale rimandando la questione alla Corte Costituzionale, ovvero che esiste una “questione di legittimità Costituzionale” della legge che riservava alle sole farmacie la possibilità di effettuare i tamponi (dell’art. 1, commi 418 e 419, della L. 30 dicembre 2020, n. 178) rispetto agli art. 3 e 41 della Costituzione ovvero quelli che richiamano ai principi della pari dignità ed uguaglianza di tutti i cittadini e quelli sulla libertà d’impresa».
E il cittadino?
A questo bisogna poi aggiungere il dato di fatto: le lunghe file cui spesso sono costretti i cittadini che devono sottoporsi a tampone rapido.
«Da tutti questi provvedimenti – dice il Movimento Liberi Farmacisti – chi ci perde davvero è solo il cittadino, che dovrà sobbarcarsi ancora lunghe file per poter effettuare il tampone, oggi anche per uscire dalla quarantena. Dare la possibilità alle parafarmacie di farli avrebbe significato decongestionare le farmacie e portare un po’ di concorrenza nella giungla dei prezzi, diminuendone il costo».