Fumo, alcol, sport, stress e sonno: ecco cinque indicatori che hanno un impatto sulla salute. Tema cui è dedicato un sondaggio mondiale realizzato da Doxa in collaborazione con WIN, network internazionale di società di ricerca di mercato e di opinione pubblica. Fatto in quaranta paesi con oltre 30 mila interviste, dice che il 76% degli intervistati a livello mondiale si considera in salute (buona o ottima) mentre solo il 19% dichiara una condizione di salute scarsa e il 4% parla espressamente di cattiva salute. In Italia il dato è superiore: l’83% dichiara di essere in buona salute.

Le risposte di donne e uomini sono molto simili, dice la Doxa. Cambia invece la percezione a seconda delle classi d’età: la quota di chi si considera in ottima salute, in particolare, passa dal 33% degli under 18 al 10% degli over 64. “A sorpresa, tra le varie parti del mondo, i livelli più elevati di salute percepita sono stati rilevati in Africa Centrale e nel Sud-Est asiatico, mentre i livelli più bassi si registrano in Europa, Medio Oriente e Nord Africa. Nel Vecchio Continente – dice Doxa – fa eccezione l’Italia che svetta con un 83% di rispondenti che hanno dichiarato uno stato di salute buono o ottimo, mentre il 14% degli italiani si considera in scarsa salute e soltanto il 3% in cattiva salute”.

Ma quali sono i comportamenti, le abitudini, gli stili di vita e di consumo che possono avere un impatto anche decisivo sulla salute di tutti noi? Sono cinque i settori individuati dalla ricerca e che rivelano dati interessanti, perché davvero molto diversi da paese a paese. Se si parla di fumo, dichiara di fumare (regolarmente o occasionalmente) il 26% delle donne e il 45% degli uomini a livello mondiale. Con una grandissima differenza tra i diversi Paesi: si passa dal 22% dell’Australia all’80% del Messico. In Italia la percentuale di fumatori si attesta al 36%, in linea con la media mondiale pari al 35%.

Il consumo di alcol presenta una variabilità ancora più marcata, influenzato dalle credenze religiose e dal contesto culturale. I consumatori abituali (spesso o abbastanza spesso) sono quasi la metà della popolazione in Messico (49%) mentre coprono soltanto l’1% in Palestina e Indonesia. In Italia sono l’11%, meno della media mondiale (19%).

Il capitolo attività fisica dice che il 37% della popolazione mondiale fa regolarmente attività fisica (molto spesso/abbastanza spesso) con qualche differenza fra maschi e femmine (rispettivamente 39% e 35%), e fra giovani e meno giovani (48% per gli under 18, 42% nella fascia 18-24 anni, tra il 33% e il 37% fra i 25 e 64 anni, per poi al contrario risalire dopo i 64 anni al 41%). Tra i 40 Paesi coinvolti ci sono enormi differenze: pratica attività fisica il 69% della popolazione in India mentre soltanto il 20% in Brasile e Indonesia. In Italia circa 1/3 della popolazione adulta (34%) pratica attività fisica molto o abbastanza spesso.

Se si analizza il fattore stress, emerge che a livello mondiale il 30% degli intervistati dice di sentirsi stressato (molto o abbastanza spesso). In Italia coloro che si riconoscono in questa situazione sono pari al 28%, dunque – seppure di poco – al di sotto della media complessiva. Altra dimensione importante è il sonno. Il 64% delle persone coinvolte nel sondaggio dichiara di dormire bene (molto o abbastanza spesso), con il dato italiano migliore rispetto alla media mondiale (70%).


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