E’ sempre lei l’oggetto del desiderio di questa campagna elettorale: l’Imu sulla prima casa. Tra promesse di abolizione e addirittura di restituzione di quanto pagato nel 2012, l’Imu occupa la discussione politica. Diverse associazioni hanno denunciato l’incostituzionalità della tassa, oltre che il suo peso eccessivo sulle tasche delle famiglie meno abbienti, vista la rivalutazione del 60% dei valori catastali. Mentre la politica continua a litigare, La Casa del Consumatore lancia l’iniziativa per chiedere ai Comuni il rimborso dell’Imu sulla prima casa.
Il modello, predisposto dall’Associazione e disponibile gratuitamente sul suo sito internet, contiene un sintetico elenco di tutti i profili per cui si ritiene incostituzionale l’Imu nella versione del “Decreto Salva Italia” (dl 201/2011). Per richiedere il rimborso basta inviare la richiesta al Servizio Tributi del proprio Comune, allegando copia dei pagamenti Imu effettuati, inviando copia della documentazione anche via mail all’indirizzo imu@casadelconsumatore.it per richiesta adesione all’iniziativa.
Il team di legali della Casa del Consumatore sta già valutando, in caso di rifiuto di rimborso da parte dei Comuni, la possibilità di presentare alcuni ricorsi pilota davanti a diverse Commissioni Tributarie italiane. “I ricorsi pilota serviranno per denunciare l’incostituzionalità dell’Imu sulla prima casa, chiedendo ai Giudici tributari la trasmissione degli atti alla Corte Costituzionale per una pronuncia sulla legittimità della tassa – fa sapere l’Associazione – Sarà sufficiente che una sola delle Commissioni Tributarie interpellate accolga la denunciata incostituzionalità perché la Corte Costituzionale debba pronunciarsi in merito. In caso di esito positivo di queste azioni pilota, potranno trarne vantaggio tutti i contribuenti, ottenendo il rimborso dell’Imu pagata sulla prima casa”.
Ma già qualche novità in proposito potrebbe arrivare domani, 6 febbraio, quando il Tar del Lazio deciderà se dichiarare illegittima la tassa, pronunciandosi sul ricorso presentato dal Codacons che ha chiesto ai giudici amministrativi di bocciare l’Imu in base ad una serie di violazioni degli articoli della Costituzione Italiana. “I provvedimenti impugnati – ha scritto il Codacons nel ricorso – devono ritenersi del tutto illegittimi in quanto lesivi dei primari principi costituzionali di imparzialità e di buon andamento dell’attività e dell’organizzazione amministrativa, laddove impedisce di fatto l’accesso del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione”.
“Sia a livello statale che locale i provvedimenti ledono gravemente i diritti primari dell’individuo, che nella maggior parte dei casi si vedranno costretti a vendere i propri beni, magari alle banche, che nonostante siano proprietarie di immobili prestigiosi sono esenti dal pagamento dell’Imu – denuncia il Codacons – Per quanto esposto appare evidente come l’Imu debba considerarsi un illegittimo prelievo coattivo, per la ragione che non considera la “capacità contributiva” del cittadino”. “La violazione del principio di progressività da parte del legislatore – scrive ancora l’associazione – nonché da parte degli Enti locali che hanno regolamentato la tassazione, è facilmente desumibile ed evidenzia non solo la violazione dell’art. 53 della Costituzione, ma anche il peso della nuova disciplina sul contribuente con reddito medio/basso”.


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