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Operatori di energia il default, cosa accade ai consumatori?

Se l’operatore di energia va in default il consumatore passa a un nuovo contratto. Non vengono staccati  luce e gas e si attiva il regime di salvaguardia, una sorta di rete di sicurezza che garantisce la fornitura a chi si ritrova con un operatore di energia fallito. Ma attenzione alle condizioni economiche, che saranno diverse da quelle precedenti e, con molta probabilità, peggiori.

Energia e default operatori

Il caro energia di questi ultimi mesi porta con sé un altro problema, oltre al caro bollette sulle famiglie. il rischio di fallimento dell’operatore di energia.

Dice l’Adoc: «Appare sempre più chiaro che stiamo vivendo un periodo di crisi energetica epocale. Una ulteriore conferma di questo fatto ci viene fornita dal default di quasi una ventina di fornitori di energia italiani che, improvvisamente, sono passati da un numero di clienti talvolta anche molto vasto a zero, e non per problemi legati a capacità imprenditoriali, bensì a causa della crisi energetica».

È difficile oggi dire quante utenze siano interessate da fallimenti che hanno portato alla risoluzione di migliaia di contratti. Potrebbero essere fra 300 mila e mezzo milione di utenze, dice l’associazione.

Non c’è solo il caso di Green Network. Terna ha sciolto il contratto di dispacciamento e l’operatore ha inviato lettere a circa 300 mila clienti per spiegare che non è più in grado di fornir loro né luce né gas.

«Appare evidente che un default come quello di Green Network, che ha lasciato centinaia di migliaia di clienti finali senza fornitore, è solo il più eclatante dei campanelli di allarme di una situazione che potrà coinvolgere di qui a breve altri operatori del settore che sono da tempo in difficoltà finanziaria e non più in grado di fornire energia», scrive l’Huffington Post.

E sempre all’Huffington Post spiega Diego Pellegrino, portavoce di Arte, associazione Reseller e Trader di Energia: «Diciannove società, dall’oggi al domani, sono passate da un portafoglio clienti talvolta anche molto vasto a zero clienti. E non per problemi legati a capacità imprenditoriali ma a causa di una crisi energetica epocale che senza aiuti non si può contrastare ma solo subire al 100%».

I clienti che subiscono il default dell’operatore di energia non rimangono senza energia. Si attiva il regime di salvaguardia. Il cliente passa a un nuovo operatore che, per ottenere questo diritto, ha vinto un’asta. Gli operatori di salvaguardia cambiano a seconda delle zone geografiche e a oggi sono Enel Energia, A2A ed Hera (La Repubblica).

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Fallimento degli operatori di energia e nuovi contratti

Il cliente non rimane senza luce e gas ma la condizione del suo nuovo contratto sarà probabilmente peggiore rispetto a quello che aveva sottoscritto, considerato il periodo di caro energia.

«Il fallimento delle società energetiche nel nostro Paese rischia di passare quasi inosservato in quanto, diversamente da altre nazioni, in Italia quando un operatore va in default i suoi clienti ricevono solo una lettera per comunicare il passaggio al cosiddetto mercato di ultima istanza – spiega ancora l’Adoc –  Improvvisamente, così, quel consumatore non avrà più il fornitore con cui aveva stipulato un contratto ma passerà ad altra società. Quasi sempre con conseguenze sulle sue tasche, con condizioni economiche diverse da quelle che aveva prima e sicuramente peggiorative in questo periodo di caro prezzi».

Di fronte a una crisi come quella attuale, prosegue l’associazione, sembra evidente che il sistema non regga. E che insomma ci siano vari problemi anche dal punto di vista del sistema col quale si forma il prezzo di vendita dell’energia.

«In ogni caso, anche qui il luogo comune che “piccolo è bello, sempre” si dimostra un fake. Anzi, qui più che altrove: il servizio elettrico è considerato alla stregua di una qualsiasi compravendita commerciale, l’energia, bene essenziale, come una merce, l’utente come un cliente. Tutte cose che reputiamo sbagliate, fondamentalmente sbagliate», dice l’Adoc.

Adoc: troppi operatori ma nessuna concorrenza

Quali sono le proposte dell’associazione? La richiesta è che vengano individuati criteri più stringenti per definire gli operatori abilitati alla vendita dell’energia e che sia fatta una selezione più accurata per puntare a realizzare un Albo dei competitor del mercato.

L’Adoc chiede che «gli operatori abbiano bilanci solidi, certificati con indicatori finanziari che attestino la salute e la solvibilità dell’azienda» e che «le società attestino la regolarità dei pagamenti verso i TSO (operatori dei sistemi di trasporto dell’elettricità) e i DSO (operatori dei sistemi di distribuzione dell’elettricità)».

Chiede inoltre che vengano fatti periodicamente controlli per accertare l’esistenza dei requisiti. Per l’associazione, troppi operatori non garantiscono una reale concorrenza.

Conclude l’Adoc: «In questi anni si è smantellato lo stato sociale in favore di uno stato liberista, ma con una forma di capitalismo “truccato”, infatti l’unico vantaggio nel capitalismo che hanno i consumatori è rappresentato dalla concorrenza, ma nel nostro Paese, purtroppo, si formano delle lobby di interesse che travestono abbondantemente la concorrenza, con il risultato evidente per tutti: servizi a volte scadenti con costi sempre più alti e rischio di raggiri e truffe. Troppi operatori autorizzati, addirittura più di 700, alla fine garantiscono una vera concorrenza? No».


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