Cittadinanza e documenti di identità, la pronuncia della Corte di giustizia Ue (Foto Porapak Apichodilok per Pexels)

Carta di identità, Corte di giustizia Ue: Stato Ue non può negarla per solo motivo del domicilio in un altro paese europeo

La Corte di giustizia Ue ha stabilito che il rifiuto di uno Stato membro di rilasciare a un proprio cittadino, in aggiunta a un passaporto, una carta d’identità come documento valido per l’espatrio per il solo motivo che è domiciliato in un altro Stato membro è contrario al diritto europeo

Gli Stati Ue non possono negare a un loro cittadino una carta di identità per il solo fatto che questi ha domicilio in un altro Stato dell’Unione. La Corte di giustizia dell’Unione europea si è pronunciata su un caso relativo a cittadinanza e documenti e ha stabilito che il rifiuto di uno Stato membro di rilasciare a un proprio cittadino, in aggiunta a un passaporto, una carta d’identità quale documento valido per l’espatrio per il solo motivo che egli è domiciliato in un altro Stato membro, è contrario al diritto dell’Unione.

Il rifiuto infatti “limita il diritto alla libera circolazione all’interno dell’Unione”, creando una disparità di trattamento tra i cittadini domiciliati all’estero e quelli domiciliati nello Stato. Il caso in questione riguarda la Romania e il rifiuto di rilasciare una carta di identità a un suo cittadino domiciliato all’estero.

Il caso dalla Romania alla Corte di giustizia Ue

Il caso scaturisce dalla richiesta fatta nel 2017 da un avvocato rumeno, domiciliato in Francia dal 2014 e con attività professionale sia in Francia sia in Romania, che aveva appunto richiesto alle autorità rumene di rilasciargli una carta di identità, semplice o elettronica, come documento valido per l’espatrio, che gli permettesse di spostarsi in Francia. La domanda è stata respinta con la motivazione della sua domiciliazione all’estero. L’Alta corte di cassazione e giustizia rumena ha sottoposto la questione alla Corte di giustizia Ue.

E la Corte ha dichiarato ieri che “ il diniego di rilascio di una carta d’identità per il solo motivo che la persona interessata non è domiciliata in Romania costituisce una restrizione al diritto di circolare e soggiornare liberamente all’interno dell’Unione nei confronti dei cittadini rumeni domiciliati in un altro Stato membro”.

La normativa della Romania, argomenta la Corte, stabilisce infatti una disparità di trattamento tra i cittadini rumeni domiciliati all’estero e quelli che sono domiciliati in Romania. I primi hanno solamente il passaporto quale documento valido per l’espatrio, mentre i secondi possono avere la carta d’identità e il passaporto.

Il diritto dell’Unione, spiega ancora la Corte, “non obbliga gli Stati membri a rilasciare due documenti che possano valere come documenti validi per l’espatrio per i loro cittadini. Tuttavia, esso non consente loro di trattare in modo meno favorevole coloro che hanno esercitato il loro diritto di libera circolazione e soggiorno all’interno dell’Unione, senza una giustificazione fondata su considerazioni oggettive di interesse generale. Una tale normativa non può essere giustificata né dalla necessità di conferire valore probatorio all’indirizzo del domicilio indicato sulla carta d’identità, né dall’efficacia dell’identificazione e della verifica di tale indirizzo da parte dell’amministrazione nazionale competente”. Spetterà ora alla giustizia nazionale risolvere la causa conformemente alla decisione della Corte.


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