Legge sui servizi digitali, in Ue più trasparenza e obblighi per le piattaforme online
Entra oggi in vigore la nuova legge europea sui servizi digitali, che promette un ambiente online più trasparente e sicuro. Più controllo, trasparenza e regole per le piattaforme online
Obblighi di trasparenza per tutti e nuove responsabilità per limitare la diffusione di contenuti illegali online, aumentare la protezione dei minori, offrire ai consumatori più strumenti di tutela (con reclami e ricorsi) nella garanzia del rispetto dei diritti degli utenti. Entra in vigore oggi la nuova legge sui servizi digitali, la normativa fondamentale dell’UE che promette “un ambiente online più sicuro e responsabile”.
La legge sui servizi digitali
La legge sui servizi digitali, che si applica a tutti i servizi digitali che mettono i consumatori in collegamento con beni, servizi o contenuti, stabilisce «nuovi obblighi globali per le piattaforme online di riduzione dei danni e contrasto dei rischi online, introduce forti tutele per i diritti degli utenti online e colloca le piattaforme digitali in un nuovo quadro unico di trasparenza e responsabilità».
«Con la legge sui servizi digitali disponiamo adesso di una legislazione chiara – ha dettoMargrethe Vestager, vicepresidente esecutiva per Un’Europa pronta per l’era digitale – Le piattaforme online sono al centro di alcuni degli aspetti chiave della nostra vita quotidiana, delle nostre democrazie e delle nostre economie. È logico che si voglia fare in modo che siano all’altezza delle loro responsabilità per quanto riguarda la limitazione della quantità di contenuti illegali online e di attenuazione di altri danni online, nonché di tutela dei diritti fondamentali e della sicurezza degli utenti».
Nuove responsabilità per i servizi digitali
La legge sui servizi digitali prevede nuove responsabilità per limitare la diffusione online di contenuti e prodotti illegali, aumentare la protezione dei minori e offrire agli utenti una maggiore scelta e migliori informazioni. Gli obblighi variano e aumentano secondo il ruolo, le dimensioni e la responsabilità degli operatori digitali e del loro impatto sull’ecosistema digitale.
La legge si applica infatti a un’ampia categoria di servizi online, dai semplici siti web ai servizi infrastrutturali per internet fino alle piattaforme online. Le norme contenute nella legge sui servizi digitali riguardano soprattutto intermediari e piattaforme online, come mercati online, social network, piattaforme di condivisione di contenuti, app store, piattaforme online di viaggi e alloggi.
In particolare, tutti gli obblighi si applicano alle piattaforme online di grandi dimensioni – sono infatti previste norme specifiche per le piattaforme che raggiungono più del 10% dei 450 milioni di consumatori europei.
Obblighi per i servizi digitali
Quali sono questi obblighi? Tutti dovranno rispettare obblighi di trasparenza, ad esempio con un nuovo meccanismo di segnalazione dei contenuti illegali.
Per le piattaforme con più di 45 milioni di utenti viene introdotto un regime speciale: per esse e per i motori di ricerca online di dimensioni molto grandi sono previsti ulteriori obblighi, come valutazioni annuali di ampia portata dei rischi di danni online sui loro servizi, ad esempio per quanto riguarda l’esposizione a beni o contenuti illegali o la diffusione di disinformazione.
Le piattaforme online e quelle di grandi dimensioni avranno l’obbligo di notifica e azione e di denuncia dei reati (valgono per quasi tutti i servizi) e in più dovranno prevedere meccanismi di reclamo e ricorso e di risoluzione extragiudiziale delle controversie, divieto di pubblicità mirata ai bambini e divieto di pubblicità basata su caratteristiche particolari degli quali l’etnia, le opinioni politiche, l’orientamento sessuale, trasparenza dei sistemi di suggerimento, trasparenza della pubblicità online rivolta agli utenti.
Per le piattaforme di grandi dimensioni ci sono obblighi in materia di gestione dei rischi e risposta alle crisi, la scelta dell’utente di non ricevere suggerimenti sulla base della profilazione, obblighi di condivisione dei dati con le autorità, codici di condotta e collaborazione nella risposta alle emergenze.
Rispetto dei diritti fondamentali
L’ambiente online deve rispettare i diritti degli utenti.
«Nuove disposizioni per la tutela della libertà di espressione limiteranno le decisioni arbitrarie di moderazione da parte delle piattaforme e offriranno agli utenti nuovi modi per agire con cognizione di causa contro la piattaforma quando i loro contenuti sono moderati – spiega Bruxelles – Ad esempio, gli utenti delle piattaforme online disporranno di vari strumenti per contestare le decisioni di moderazione, anche quando si basano sui termini e sulle condizioni delle piattaforme. Gli utenti potranno presentare i reclami direttamente alla piattaforma, scegliere un organismo per la risoluzione extragiudiziale delle controversie e/o adire gli organi giurisdizionali».
I termini d’uso delle piattaforme devono essere esposti in modo chiaro e conciso e rispettare i diritti fondamentali degli utenti.
Le piattaforme e i motori di ricerca online di dimensioni molto grandi dovranno inoltre effettuare una valutazione globale dei rischi per i diritti fondamentali, tra cui la libertà di espressione, la tutela dei dati personali e la libertà e il pluralismo dei media online, oltre che i diritti dei minori.
Servizi digitali, cosa succede ora?
Tutto questo prevede nuovi poteri di vigilanza per la Commissione europea, che potrà verificare direttamente le piattaforme e i motori di ricerca di dimensioni molto grandi, imprese che individualmente raggiungono oltre il 10% della popolazione dell’UE, vale a dire circa 45 milioni di persone. Ciascuno Stato membro dovrà inoltre designare un coordinatore dei servizi digitali.
Le piattaforme online avranno ora 3 mesi di tempo, fino al 17 febbraio 2023, per comunicare il numero di utenti finali attivi sui loro siti web. Sulla base del numero di utenti, la Commissione valuterà se una piattaforma debba essere designata come piattaforma o motore di ricerca “di dimensioni molto grandi”. Dopo questa decisione, l’entità interessata disporrà di 4 mesi per conformarsi agli obblighi previsti dalla legge sui servizi digitali, fra i quali l’effettuazione del primo esercizio annuale di valutazione del rischio, da trasmettere alla Commissione.