
Tutela dei consumatori, Google si impegna a dare informazioni più chiare (fonte immagine Pixabay)
Tutela dei consumatori, Google si impegna a dare informazioni più chiare
Google si impegna a modificare diversi prodotti e servizi, da Google Play Store a Google Hotels, per rispettare le norme Ue sulla tutela dei consumatori
Dare ai consumatori informazioni più chiare e accurate su prezzi, costi di consegna, diritti di recesso, trasparenza negli acquisti. Sono le azioni presentate da Google che si è impegnata a introdurre modifiche in diversi prodotti e servizi per rispettare le norme europee a tutela dei consumatori. Per allineare le pratiche di Google al diritto Ue, in particolare sulla trasparenza e sull’esigenza di dare informazioni chiare ai consumatori, Google ha accettato di apportare modifiche a Google Store, Google Play Store, Google Hotels e Google Flights, per garantire il rispetto delle norme sulla tutela dei consumatori.
Google e la tutela dei consumatori
I dubbi dei consumatori possono essere diversi. Quando si fa un acquisto, questo avviene direttamente presso Google o presso un marchio differente? A chi non è mai successo di avere difficoltà a reperire informazioni sul costo finale? Google ha accettato di affrontare queste questioni e ha deciso di fare alcune modifiche ai propri servizi, in risposta a un dialogo avviato nel 2021 con la rete di cooperazione per la tutela dei consumatori (CPC), coordinata dalla Commissione europea.
«Ancora oggi, a quasi tre anni dall’inizio della pandemia di COVID-19 e dei periodi di confinamento che ne sono seguiti, il numero di consumatori che utilizzano Internet per prenotare le vacanze, effettuare acquisti o consultare una recensione è in aumento – spiega Didier Reynders, Commissario per la Giustizia – I consumatori dell’UE hanno diritto a informazioni chiare e complete per poter compiere scelte informate. Gli impegni assunti da Google rappresentano un passo in avanti in questa direzione. Invitiamo Google a rispettare pienamente il regolamento sui blocchi geografici, per garantire che i consumatori, dovunque si trovino nell’UE, possano godere degli stessi diritti e avere accesso agli stessi contenuti».
Gli impegni di Google
Come spiega la Commissione europea, Google si è impegnata a limitare la propria capacità di apportare modifiche unilaterali agli ordini per quanto riguarda prezzi o cancellazioni e a creare un indirizzo di posta elettronica riservato alle autorità per la tutela dei consumatori, in modo che quest’ultime possano segnalare e richiedere la rapida rimozione di contenuti illegali.
Per quanto riguarda Google Flights e Google Hotels, Google si impegna a chiarire ai consumatori se stipulano un contratto direttamente con Google o se la società agisce semplicemente come intermediario; a indicare chiaramente il prezzo usato come riferimento quando la piattaforma pubblicizza offerte promozionali, come pure il fatto che le recensioni su Google Hotels non sono verificate; ad accettare gli stessi impegni in materia di trasparenza assunti da altre grandi piattaforme.
Per Google Play Store e Google Store, gli impegni sono quelli di dare informazioni precontrattuali chiare sui costi di consegna, sul diritto di recesso e sulla disponibilità di opzioni di riparazione o sostituzione. Google faciliterà inoltre l’acquisizione di informazioni sulla società (ad esempio la ragione sociale e l’indirizzo), indicando punti di contatto diretti ed efficaci (come la possibilità di parlare con un operatore telefonico). Google dovrà inoltre chiarire le modalità di consultazione delle differenti versioni nazionali di Google Play Store e informare gli sviluppatori dell’obbligo di rendere le loro applicazioni disponibili in tutta l’UE (ai sensi del regolamento sui blocchi geografici) e consentire ai consumatori di utilizzare mezzi di pagamento di tutti i paesi dell’UE.
Consumatori e geoblocking
A controllare sull’attuazione degli impegni sarà la rete di cooperazione per la tutela dei consumatori, che si occupa appunto dell’applicazione della legislazione Ue in materia di tutela dei consumatori.
Bruxelles spiega poi che c’è una pratica di Google non pienamente conforme al regolamento sui blocchi geografici, in quanto «la società applica limitazioni tecniche all’uso di applicazioni che sarebbero normalmente disponibili nel paese in cui l’utente si trova in via temporanea. Google si è giustificata dicendo che gli utenti possono cambiare il proprio paese di residenza una volta all’anno per avere accesso alle applicazioni e ai giochi locali in un altro Stato membro. Una modifica di questo tipo, tuttavia, può comportare la perdita di contenuti acquisiti e del credito rimanente in violazione del regolamento sui blocchi geografici».
Il geoblocking è una pratica che che impedisce ai clienti online di accedere e acquistare prodotti o servizi da un sito web basato in un altro Stato membro. A fine dicembre 2018 è entrato in vigore il regolamento europeo che pone fine al geoblocking, che vietava l’accesso online su base territoriale.

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