Riduzione dell’Iva sui prodotti a basso impatto ambientale. Per valorizzare l’economia circolare e gli investimenti nella produzione e nel consumo sostenibile, Legambiente propone una riduzione dell’Iva su prodotti biologici e a basso impatto ambientale: bevande di origine vegetale, pellet di legno, ma anche operatori dell’usato e sharing mobility. Le proposte sono contenute nel documento “Il clima non può aspettare” che l’associazione ha diffuso in occasione della legge di Bilancio.

L’economia circolare è la direzione oggi imprescindibile per ridurre il consumo di materie prime e risorse  naturali, promuoverne l’uso efficiente e sostenibile, aumentarne la competitività dei nostri sistemi  produttivi”, spiega Legambiente, sottolineando che attualmente l’Iva su beni e prodotti è articolata fra il 4% e il 22% ma “non prevede di differenziare tra i diversi impatti e cicli realizzativi, e dunque di premiare attraverso la fiscalità i beni e i prodotti che hanno un più basso impatto sull’ambiente”.

Un esempio è l’Iva sui latti vegetali, o meglio sulle bevande vegetali, ossia prodotti da riso, soia, farro, miglio o avena, alimenti comuni per persone intolleranti al lattosio o che soffrono di celiachia.  “L’assurdità è che l’Iva su questi latti è al 22% mentre quella sul latte di origine animale destinato alla vendita diretta al consumatore finale è al 4%”, spiega Legambiente. Altro esempio è quello del pellet di legno, combustibile di origine naturale utilizzato da oltre due milioni di famiglie italiane per riscaldarsi; fra queste  più della metà lo impiega come fonte di riscaldamento unica o prevalente. Dal 2015 l’Iva per la cessione del pellet è stata aumenta dal 10 al 22%, facendo diventare l’Italia il Paese in Europa che applica l’aliquota più elevata.

Il provvedimento sulla fiscalità suggerito dall’associazione non rappresenterebbe un unicum. Spiega Legambiente: “In altri Paesi europei l’Iva è già stata articolata sulla base di obiettivi ambientali e culturali. La Svezia, ad esempio, ha ridotto di oltre il 50% l’Iva di indumenti, biciclette, frigoriferi e lavatrici e i consumatori potranno chiedere il rimborso dell’imposta sul reddito dovuta sulla persona che svolge il lavoro. Questi incentivi mirano a ridurre l’impatto ambientale degli articoli acquistati dagli svedesi e di spingere l’industria delle riparazioni, ad alto tasso di lavoro interno, e ridurre l’inquinamento legato alla  produzione industriale”. La logica è dunque quella di incentivare il riuso, nell’ottica di una vera promozione dell’economia circolare e del recupero. E analogo ragionamento dovrebbe valere per la sharing mobility.

Da qui la proposta di Legambiente di un’Iva ridotta sui prodotti a basso impatto ambientale. L’Iva dovrebbe dunque essere portata al 4% per il latte di origine vegetale certificato biologico e ridotta al 10% per la cessione di  pellet di legno di filiera territoriale certificata. Per gli operatori dell’usato e dei servizi di sharing mobility di auto, scooter e biciclette la proposta è di ridurre l’aliquota al 4%. “I Comuni – aggiunge Legambiente – possono definire accordi con le imprese che lavorano conto terzi con impegni per la riduzione dei rifiuti e di conseguenza della tariffa Tari”.


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