Studiare e diffondere buone prassi per comunicare attraverso un unico strumento a tutti, disabili visivi e non. È questo l’obiettivo della "comunicazione pubblica inclusiva", al centro domani del convegno "Tutto chiaro?", organizzato a Torino dall’assessorato alle Pari Opportunità della Regione Piemonte e da Melting Lab. Dalle 9 alle 16, al Centro Incontri di corso Stati Uniti 23, esperti italiani e internazionali spiegheranno soprattutto a funzionari e dipendenti della pubblica amministrazione che cosa significa creare strumenti adatti a chiunque, affinché venga superata l’attuale diversificazione dei messaggi istituzionali.

"Spesso si parte dal presupposto che una comunicazione visiva accessibile sia destinata solo a chi ha problemi di vista – sottolinea Fabio Levi, docente dell’Università di Torino e presidente della Tactile Vision onlus -: in realtà una semplificazione dei messaggi non è altro che un’agevolazione per tutti. È in pratica come regalare alla gente nuove energie, facendole risparmiare dallo sforzo percettivo". Il segreto della comunicazione pubblica inclusiva è tutto qui: nell’andare incontro alle esigenze dei disabili, riesce a fornire con un unico mezzo, o attraverso un insieme di strumenti interconnessi, un migliore servizio all’intera popolazione, agevolando pure gli anziani che spesso non ci vedono molto. "Noi per esempio abbiamo realizzato un libro di geometria per le scuole dove tutte le figure sono in rilievo – spiega sempre Levi, riferendosi al lavoro dell’associazione che presiede – adottandolo un insegnante può lavorare contemporaneamente con tutti i suoi studenti, a prescindere dalle loro disabilità visive. E così tutto diventa più semplice per tutti".

È finita quindi l’epoca della comunicazione dedicata specificamente a non-vedenti e ipo-vedenti? Per il Piemonte in qualche modo sì. Al Museo del Cinema di Torino è già stato creato un sistema di pannelli illustrativi in grado di rivolgersi a chi vede bene così come a chi non vede affatto mentre l’ "Universal Design", che nasce proprio da un’evoluzione artistica della comunicazione inclusiva, sta diventando sempre più diffuso in riva al Po.


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