povertà

Quasi un quarto della popolazione europea continua a trovarsi a rischio di povertà o di esclusione sociale. Nel 2016 si tratta di 117,5 milioni di persone, pari al 23,4% della popolazione dell’Unione europea. Ciò significa vivere in almeno una delle seguenti tre condizioni: a rischio povertà di reddito, gravemente deprivati dal punto di vista materiale o in famiglie con intensità di lavoro molto bassa. I dati sono dell’Eurostat e sono stati diffusi oggi in vista della Giornata mondiale per l’eliminazione della povertà che si celebra domani.

povertàLa riduzione del numero di persone a rischio di povertà o di esclusione sociale nell’UE è uno degli obiettivi chiave della strategia Europa 2020. Dopo tre aumenti consecutivi registrati fra il 2009 e il 2012 fin quasi ad arrivare al 25% della popolazione, la percentuale di persone a rischio povertà o esclusione sociale nell’Unione europea è scesa fino ad arrivare al 23,4% dello scorso anno. Si tratta sempre, rileva Eurostat, di oltre 115 milioni di persone in tutta l’Unione.

Ci sonopoi forti differenze nazionali. Nel 2016, oltre un terzo della popolazione era a rischio povertà o esclusione sociale in tre Stati: Bulgaria (40,4%), Romania (38,8%) e Grecia (35,6%). I livelli più bassi si registrano invece nella Repubblica Ceca,  in Finlandia, Danimarca e nei Paesi Bassi.

A livello europeo, la flessione della popolazione a rischio povertà o esclusione sociale è stata solo dello 0,3% dal 2008 al 2016. E in Italia? La situazione negli ultimi anni si è aggravata. In Italia infatti la percentuale di popolazione a rischio di povertà o di esclusione sociale è pari al 28,7%, superiore dunque alla media europea (i dati, puntualizza Eurostat, sono del 2015). Nel 2008 questa percentuale in Italia era del 25,5%: in sette anni è aumentata di oltre il 3%.

 

@sabrybergamini

 

Notizia pubblicata il 16/10/2017 ore 17.30


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