Un programma di riforme nel campo dei diritti umani da presentare a tutti i leader politici e i candidati, che ponga la difesa dei diritti umani fra i temi dell’Agenda da seguire durante la legislatura: introduzione del reato di tortura, difesa dei diritti umani nelle carceri, protezione dei rifugiati, dei migranti, lotta all’omofobia e alla segregazione dei rom, condanna della pena capitale e adozione di un trattato internazionale per controllare il commercio di armi. In vista delle elezioni politiche, Amnesty International Italia ha lanciato la campagna “Ricordati che devi rispondere. L’Italia e i diritti umani“, attraverso la quale sottoporrà ai leader delle coalizioni e a tutti i candidati delle circoscrizioni elettorali un’Agenda in 10 punti per i diritti umani in Italia.
Non è la prima iniziativa di questo genere. Sono molte infatti le sigle che stanno premendo perché in campagna elettorale irrompano temi concreti, dalle posizioni sulla finanza (Banca Etica) alla difesa dell’ambiente e alla promozione delle energie rinnovabili (Greenpeace) alla tutela dell’agricoltura e del biologico (Aiab). L’Agenda di Amnesty pone al centro del dibattito il tema dei diritti umani, con un decalogo in dieci punti rivolti ai leader della coalizione e a tutti i candidati alle elezioni. Questo perché in Italia, dallo status dei migranti alle condizioni delle carceri all’assenza del reato di tortura, c’è ancora molto da fare per attuare una piena difesa dei diritti umani.
Il benessere di un paese si misura anche dal rispetto dei diritti umani. Oggi, alla luce dei fatti, in Italia questo rispetto non è assicurato – ha dichiarato Christine Weise, presidente di Amnesty International ItaliaEssere donne, partecipare a una manifestazione, essere migranti, rom, gay, detenuti significa rischiare di subire violazioni dei diritti umani. In tempi di crisi economica, con l’aumento delle tensioni sociali da una parte e, dall’altra, l’accento della politica sulle sole questioni finanziarie, questa situazione potrebbe aggravarsi”.
“Nonostante i richiami dei comitati internazionali di monitoraggio e le richieste della società civile, le falle del sistema e scelte politiche fuori luogo hanno prodotto in questi anni violazioni, ingiustizia, sofferenza e disgregazione sociale – ha proseguito Weise – Un governo che ha cuore il paese, ha a cuore i diritti umani di chi ci vive e se ne sente responsabile. Un parlamento che intende esercitare pienamente la sua funzione, legifera per la protezione e il benessere di tutti, nel segno dei diritti e del rispetto della dignità di ogni persona. È quello che chiediamo. Nulla di meno”.
Amnesty lancia dunque un programma di riforme nel campo dei diritti umani chiedendo ai candidati di esprimersi chiaramente su ogni punto. Ecco le richieste dell’Agenda in dieci punti per i diritti umani:

  1. garantire la trasparenza delle forze di polizia e introdurre il reato di tortura
  2. fermare il femminicidio e la violenza contro le donne
  3. proteggere i rifugiati, fermare lo sfruttamento e la criminalizzazione dei migranti e sospendere gli accordi con la Libia sul controllo dell’immigrazione
  4. assicurare condizioni dignitose e rispettose dei diritti umani nelle carceri
  5. combattere l’omofobia e la transfobia e garantire tutti i diritti umani alle persone Lgbti (lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuate)
  6. fermare la discriminazione, gli sgomberi forzati e la segregazione etnica dei rom
  7. creare un’istituzione nazionale indipendente per la protezione dei diritti umani
  8. imporre alle multinazionali italiane il rispetto dei diritti umani
  9. lottare contro la pena di morte nel mondo e promuovere i diritti umani nei rapporti con gli altri stati
  10. garantire il controllo sul commercio delle armi favorendo l’adozione di un trattato internazionale.

 
L’Agenda è stata inviata, con una richiesta d’incontro, ai leader delle coalizioni e delle forze politiche ed è disponibile sul sito www.ricordatichedevirispondere.it, assieme a un appello che consentirà di aderire alle 10 richieste di Amnesty International. Nel corso delle prossime settimane il sito darà conto delle risposte, o delle mancate risposte, dei leader e dei candidati.


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