La green economy italiana esprime eccellenze a livello europeo che, se adeguatamente promosse ed estese, potrebbero trascinare investimenti e nuova occupazione. È quanto emerge dalla Relazione sullo stato della green economy presentata oggi nel corso degli Stati Generali sul tema in corso di svolgimento a Rimini.L’Italia in Europa e nel mondo”, questo il titolo della Relazione, analizza otto tematiche strategiche per il settore dell’economia verde (emissioni di gas serra, rinnovabili, efficienza energetica, riciclo dei rifiuti, eco-innovazione, agroalimentare di qualità ecologica, capitale naturale e mobilità sostenibile) mettendo a confronto l’Italia con le altre quattro principali economie europee (Germania, Regno Unito, Francia e Spagna).

Quello che ne emerge è un’economia che, malgrado le debolezza, si colloca ad un sorprendente 1° posto, evidenziando, così, rilevanti possibilità di sviluppo. In un “medagliere” virtuale fra le cinque principali economie europee conquista ben 4 primi posti (nella quota di rinnovabili, nel riciclo dei rifiuti speciali, nelle emissioni pro-capite nei trasporti e nei prodotti agroalimentari di qualità certificata), 3 secondi posti (efficienza energetica, nella produttività delle risorse e nell’agricoltura biologica). 5 terzi posti, in una posizione intermedia della classifica (nella riduzione dei gas serra dal 1990, nel riciclo dei rifiuti urbani, nell’eco-innovazione, nella estensione dei siti naturali tutelati, nel rapporto tra ferrovia e strada nel traffico merci terrestre); 3 quarti posti (nel miglioramento dell’efficienza energetica negli ultimi dieci anni nella crescita delle rinnovabili negli ultimi tre anni e nel consumo di suolo); un solo quinto posto, nella crescita dei gas serra nel 2015, un dato che desta preoccupazioni per il futuro e richiede misure di correzione, anche in vista dei maggiori impegni previsti dall’attuazione dell’Accordo di Parigi.

Il dato estremamente negativo registrato dall’Italia rispetto a tutti gli altri grandi Paesi europei è il basso livello della percezione della green economy italiana a livello internazionale, che ci vede precipitare complessivamente al 29° posto (addirittura al 68° per leadership e cambiamento climatico, contro una performance che colloca l’Italia al 32° posto della classifica mondiale). Come a dire che il potenziale “green” del Paese è buono, ma la sua valorizzazione molto scarsa.

Le eccellenze italiane nel campo della green economy”, ha detto Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, “restano più forti delle difficoltà che pure non mancano: sostenere le eccellenze e recuperare le difficoltà è una via percorribile di rilancio economico che in Italia non ha uguali. Nulla ha potenzialità di sviluppo comparabili con quelle della green economy”. 


Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!



Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella per confermare l'iscrizione
Privacy Policy

Parliamone ;-)