La nuova tariffa unica Telecom – 5 centesimi al minuto sia verso i numeri fissi che verso i cellulari – finisce sotto i riflettori dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. La Direzione Tutela Consumatori  ha convocato per lunedì le associazioni dei consumatori e la compagnia per “un approfondimento regolamentare della recente rimodulazione tariffaria dell’incumbent sulla clientela consumer della telefonia fissa in vigore dal prossimo 1 Aprile 2013”.
L’annuncio era stato dato nei giorni scorsi: dal 1° aprile, Telecom Italia prevede una tariffa unica per tutte le telefonate da rete fissa, sia che siano dirette verso cellulari sia che siano dirette verso i fissi nazionali. Ci sarà dunque un prezzo unico: dagli attuali 9,90 centesimi al minuto verso i cellulari e 1,9 centesimi al minuto verso i fissi nazionali si passerà a una tariffa unica, pari a 5 centesimi al minuto verso tutti. In pratica, si dimezzerà il costo delle telefonate verso i cellulari ma rincareranno le chiamate verso i fissi. E su questo punto, che rischia di penalizzare gli utenti anziani e coloro che fanno un uso limitato del telefono, si sono subito scatenate polemiche.
Il Movimento Difesa del Cittadino ha subito evidenziato che la proposta di Telecom “rischia di essere fortemente lesiva dei consumatori soprattutto se appartenenti alle fasce deboli”. Oltre alla tariffa unica è inoltre previsto un ritocco del canone, che viene portato a 17,40 euro al mese. La decisione dell’Agcom raccoglie dunque la soddisfazione di MDC, che la scorsa settimana aveva appunto formalizzato, in un documento inviato all’Autorità e a Telecom Italia, le proprie perplessità su alcuni aspetti della manovra tariffaria.
Per Francesco Luongo, Responsabile dei Servizi a Rete di MDC, “va valutato l’impatto effettivo che la proposta di Telecom avrà su quella fascia di clientela domestica con un uso limitato del telefono che si vedrà quasi raddoppiare  i costi delle chiamate sui fissi (da 1,90 a 5 cent/minuto più scatto alla risposta di 5 cent e tariffazione con scatti anticipati di 60 secondi), e tutto ciò dopo il precedente ritocco disposto appena a luglio dello scorso anno (da 0,70 a 1,90 cent/minuto)”. L’impatto negativo rischia di colpire utenti anziani privi di internet e clienti che hanno tariffe “basilari”, che un recente rapporto dell’Ofcom inglese ha confermato aver subito in Italia maggiori aumenti nell’ultimo anno, con un +22,4% rispetto a Regno Unito, Spagna, Francia, Germania e USA. N
Non convince nemmeno l’aumento del canone mensile, che passa dagli attuali 16,64 a 17,40 euro Iva inclusa ei cui effetti – denuncia MDC – vanno studiati dal punto di vista dell’aggravio dei costi per gli utenti domestici, già colpiti dall’aumento dell’Iva al 21% a settembre del 2011 ed ancora dal nuovo ritocco al 22% previsto dalla Legge di stabilità a partire dal prossimo luglio. Una scelta  che potrebbe avere conseguenze anche sull’inflazione di cui i servizi di telefonia fissa sono una componente del paniere Istat”.


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