Amnesty International, il rapporto 2023-2024 svela un mondo in crisi (Foto Pixabay)

Crisi è la parola chiave attorno al quale viene ricostruita l’immagine di un mondo a caccia di diritti. Come evidenziato nel recente Rapporto 2023-2024 di Amnesty International, l’escalation dei conflitti sta gettando ombre sempre più lunghe sul futuro della giustizia.

Il rapporto affronta disparati temi, tra cui quello delle tecnologie digitali e come, ad esempio, mediante il riconoscimento facciale e gli spyware, essi vengano utilizzati per sorvegliare e reprimere le masse. Questo ha portato a una situazione generale in cui la discriminazione e l’impunità sono diventate la norma, sia nei conflitti che altrove.

Dall’Italia al resto del mondo: spyware e tecnologie di tracciamento sono un pericolo concreto?

In Italia, così come nel resto del mondo, la situazione dei diritti desta preoccupazione. Secondo il report, anche gli italiani non sono immuni dalla crisi globale dei diritti umani. Anche se il nostro paese non è direttamente coinvolto in conflitti armati come attualmente succede in altre parti del mondo, ci sono comunque dei segnali di violazioni e discriminazioni che richiedono attenzione.

Il Rapporto evidenzia che molti Stati, incluso il nostro, si sta facendo un uso sempre più esteso delle tecnologie per sorvegliare e reprimere le comunità marginalizzate. In sostanza anche il riconoscimento facciale e altre tecnologie di sorveglianza vengono utilizzate per controllare e limitare le libertà individuali.

Le preoccupazioni riguardo all’uso delle tecnologie digitali da parte delle autorità non sono nemmeno da sottovalutare. Sebbene l’Italia non sia coinvolta direttamente in conflitti su vasta scala, l’abuso di potere o la violazione delle libertà fondamentali tramite strumenti digitali rimangono un problema concreto.

Inoltre, l’uso di spyware e altre tecnologie di sorveglianza rappresenta un pericolo per la privacy dei cittadini. La situazione è particolarmente preoccupante se si considera che ci troviamo ad affrontare un anno elettorale dove le piattaforme social diventano i campi principali di battaglia politica, veicoli per la diffusione di odio, discriminazione e disinformazione. Le elezioni presidenziali negli Stati Uniti, ad esempio, si stanno già ora svolgendo in un contesto di crescente violenza online.

Big Tech e AI, assenza di regolamentazione e violazione dei diritti

Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International, ha sottolineato come il rapido sviluppo dell’intelligenza artificiale e il dominio delle Big Tech stiano velocemente aggravando questa situazione. L’assenza di regolamentazione di questi sviluppi potrebbe portare a un sovraccarico di violazioni dei diritti fondamentali.

Callamard, infatti, ha lanciato un forte monito contro il disprezzo per il diritto internazionale da parte di alcune nazioni, citando l’esempio dell’atteggiamento di Israele nella striscia di Gaza: le azioni di Israele, insieme alla perdurante aggressione della Russia in Ucraina e alle violazioni dei diritti umani in Sudan, Etiopia e Myanmar, mettono in pericolo l’ordine mondiale basato sul diritto umano. La mancanza di leggi adeguate e l’uso non controllato delle attuali sta alimentando conflitti e fazioni che vanno oltre il campo di guerra.

Il Rapporto rappresenta complessivamente un richiamo alla coscienza globale, evidenziando la necessità di agire con determinazione per difendere i principi fondamentali della giustizia e della dignità umana.


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