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Quest’anno Natale sembra più lontano che mai: per arrivare indenni al 25 dicembre bisogna, infatti, superare una serie di scadenze fiscali da capogiro. Tra queste c’è sicuramente l’ultima rata dell’Imu, da pagare entro il 17 dicembre. In questi giorni gli italiani dovrebbero finalmente capire quale sarà il saldo finale da dare al Fisco per la propria abitazione. Chi ne ha più di una non farà i salti di gioia. Le famose aliquote, utilizzate come moltiplicatori delle rendite catastali, sono aumentate in molti Comuni: il 31,2% ha aumentato quella sulla prima casa e il 62,6% quella sulla seconda. Risultato? Il gettito totale dell’Imu dovrebbe arrivare a 23 miliardi di euro (9 incassati a giugno e 14 in arrivo a dicembre).
Secondo l’analisi dell’Osservatorio sulla fiscalità locale della UIL Servizio Politiche Territoriali, sulle delibere dei Comuni, pubblicate sul sito del Ministero dell’Economia dal 10 al 28 Novembre 2012, a dicembre le famiglie italiane pagheranno in media 136 euro per la prima casa, con punte di 470 euro a Roma; per la seconda casa la rata di dicembre peserà in media 372 euro con punte di 1.200 euro nelle grandi città. Dall’analisi delle delibere, pubblicate da 6169 Comuni (il 76,2% del totale dei Comuni italiani) emerge che il 31,2% (1.924 municipi) ha aumentato le aliquote per la prima casa, (tra questi Comuni ci sono 41 città capoluogo di provincia); il 62,2% (3.826 Comuni), ha confermato l’aliquota base del 4 per mille; soltanto il 6,8% (419 comuni) l’ha diminuita e, tra questi, 8 città capoluogo di provincia.
Passando all’aliquota per la seconda casa, ad aumentarla è stato il 62,6% del campione (3.863 comuni, tra cui 98 sono capoluogo di provincia); il 36% (2.221 comuni) ha deciso di confermare l’aliquota di base del 7,6 per mille e soltanto l’1,4%  (85 Comuni, per lo più concentrati nel Sud) ha deciso di diminuirla.
Questi dati portano l’aliquota media nazionale sulla prima casa al 4,36 per mille, in aumento del 5,6% rispetto a quella di partenza, mentre per le seconde case l’aliquota media è dell’8,78 per mille in aumento del 15,5% rispetto all’aliquota base. E, sempre secondo l’Osservatorio della UIL, complessivamente l’Imu sulla prima casa costerà, in media, 278 euro a famiglia con punte di 639 euro a Roma; di 427 euro a Milano; 414 euro a Rimini; 409 euro a Bologna; 323 euro a Torino. Per le seconde case, l’Imu peserà mediamente 745 euro, con punte di 1.885 euro a Roma; di 1.793 euro a Milano; di 1.747 euro a Bologna; di 1.526 euro a Firenze.
Quanto ha fruttato, quindi, l’Imu ai conti pubblici? Il gettito complessivo, tra prima casa e altri immobili, ammonterebbe a fine anno a 23,2 miliardi di euro, di cui 3,8 miliardi di euro per la prima casa e19,4 miliardi di euro per le seconde case.
Anche secondo i dati del Sole 24 Ore, in totale si arriva a 23 miliardi di euro: 9 miliardi incassati a giugno e 14 con il saldo di dicembre. Nel passaggio dall’acconto al saldo ci sono 5 miliardi di extra decisi dai Comuni, pari ad un aumento del 53,8%. Ad aver aumentato le aliquote sono principalmente le città del Centro e del Sud, dove l’aliquota per la prima casa è passata da 0,40% rispettivamente a 0,47% e 0,46% e quella per la seconda casa è passata da 0,76% a 0,99% e 0,97%. Al Nord siamo, invece, a 0,44% e 0,92%. Ma la maggior parte del gettito arriverà dal Nord, dove le rendite catastali sono più alte.
E una volta fatto il conto di quanto bisogna pagare, c’è un’ulteriore novità rispetto a giugno: si potrà pagare, oltre che con il modello F24, anche con il bollettino postale, così come avveniva per l’Ici. Ma bisogna fare attenzione al fatto che sui bollettini distribuiti negli uffici postali è riportato il codice del comune di riferimento, quindi deve pagare l’imposta per una casa che si trova in un altrà città non potrà usufrire dei moduli prestampati


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