Dalla Commissione europea arriva una nuova proposta di direttiva sulla tassa sulle transazioni finanziarie, nota anche come Tobin Tax, da applicare in regime di cooperazione rafforzata fra gli undici paesi che hanno deciso di introdurla senza il resto dell’Unione europea, fra cui l’Italia. Il prelievo su bond e azioni sarà dello 0,1%, mentre per i derivati sarà dello 0,01%.
La proposta amplia il raggio d’azione prevedendo di riguardare tutte le transazioni finanziarie che toccano gli undici paesi, sia se vengono effettuate da soggetti residenti in uno degli Stati, sia se la transazione viene effettuata in uno degli Stati e anche se lo strumento finanziario “nasce” in uno degli Stati. Sono escluse le transazioni di e con Bce, Efsf, Esm, Ue e le operazioni degli Stati nella gestione del loro debito. Inoltre, per proteggere l’economia reale, non si applica alle operazioni di cittadini e imprese né alle operazioni tradizionali di investimento delle banche né alle transazioni finanziarie previste da piani di ristrutturazione. Gli undici paesi che hanno aderito alla cooperazione rafforzata sono Germania, Francia, Austria, Belgio, Portogallo, Slovenia, Grecia, Slovacchia, Estonia, Spagna e Italia. L’Italia è favorevole alla tassa ma contraria ad applicarla ai titoli di Stato.
La Commissione Europea, spiegano i promotori della campagna ZeroZeroCinque che da tempo si batte per l’introduzione della Tobin Tax, sottolinea che “la misura mira a mettere a punto un’imposta comune riservata alle transazioni finanziarie il cui obiettivo principale è far partecipare in modo giusto il mondo della finanza ai costi della crisi ed evitare la frammentazione dei mercati interni nelle transazioni finanziarie”.
La campagna ZeroZeroCinque dunque “accoglie con favore la proposta della Commissione Europea, sottolineando che la stessa presenta alcuni elementi importanti per una corretta applicazione della TTF, tra cui l’inclusione del “principio di emissione” dei titoli oggetti di tassazione che aggiunto al “principio di residenza” di chi effettua la transizione, evita il rischio di fuga di capitali e l’inefficacia di un’applicazione della norma applicata ad un ristretto numero di Stati”. La proposta europea prevede inoltre poche esenzioni e include l’applicazione della TFF anche ai fondi pensione.
“Gran parte del mondo bancario e finanziario ha perso di vista il proprio scopo sociale, trasformandosi da un mezzo al servizio dell’economia e dell’insieme della società in un fine in sé stesso per fare soldi dai soldi. La finanza deve essere parte della soluzione, non del problema – afferma Andrea Baranes, portavoce della campagna ZeroZeroCinque – La direttiva presentata questa mattina rappresenta un altro passo in avanti verso una regolamentazione della finanza a livello europeo. La stessa direttiva risulta migliore della proposta di TTF italiana, istituita nella Legge di Stabilità del gennaio 2012. Occorre prestare però la massima attenzione per evitare che le lobby finanziarie possano fare pressioni verso modifiche peggiorative e vigilare sull’Italia affinché si adegui in tempi brevi alla direttiva europea”.


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