Negli ultimi cinque anni il premio medio è sceso del 19,5%, dai 515 euro di fine 2013 ai 415 euro di dicembre 2018; si è ridotto il differenziale dei premi sul territorio tra la provincia a più alto costo (Napoli) e quella storicamente a costo più basso (Aosta), dai 380 euro del 2013 ai 237 euro di fine 2018. Lo evidenzia l’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni nella sua Relazione annuale presentata questa mattina. Nel confronto internazionale il premio medio netto nel 2018 è ancora superiore a quello dei maggiori paesi europei (Francia, Germania e Spagna) ma vi è stata un‘evidente riduzione del divario: da 202 euro nel 2012 a 97 euro nel 2018.

Continua a crescere la diffusione delle scatole nere. A fine anno erano presenti nel 22,2% dei contratti a livello nazionale, con valori significativamente più elevati nelle province più esposte al rischio di frode.

Il contrasto dei fenomeni fraudolenti è essenziale per ridurre gli squilibri territoriali. “Stiamo lavorando per rendere l’azione antifrode più efficace e sempre meno dipendente dalla scala dimensionale delle compagnie, nella fase di liquidazione dei sinistri come in quella di assunzione dei rischi”, sottolinea l’IVASS.

Due gli strumenti antifone che verrano messi a disposizione: la piattaforma per lo scambio di informazioni sui sinistri tra le compagnie e i risultati della network analysis sui big data contenuti nell’Archivio Integrato Antifrode (AIA) gestito dall’IVASS.

Un altro aspetto messo in evidenza nella Relazione riguarda il consistente numero di reclami e segnalazioni ricevute da parte di Associazioni dei consumatori e di professionisti del settore medico per disservizi nelle prestazioni di sanità integrativa: ritardi nella presa in carico delle richieste, informazione carente, eccessiva onerosità delle procedure amministrative da seguire e della documentazione medica da fornire.

Le lamentele riguardano compagnie di assicurazione, ma spesso anche soggetti non vigilati da IVASS, come i fondi sanitari integrativi e le società di mutuo soccorso o anche i fornitori di servizi sanitari.

“Emerge chiaramente dalla nostra attività che i consumatori spesso non hanno chiaro chi sia il soggetto responsabile della prestazione sanitaria che deve essere erogata e quindi del disservizio”, dice IVASS. 

“Riteniamo necessario rafforzare trasparenza e chiarezza dei contratti sulle prestazioni sanitarie, da chiunque offerti”.


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