Acquacoltura sostenibile, Essere Animali chiede di modificare l’etichetta del Ministero
Secondo Essere Animali, la certificazione sull’acquacoltura sostenibile sviluppata dalle associazioni di produttori insieme al Ministero dell’agricoltura rischia di confondere i consumatori sul reale miglioramento del benessere animale dei pesci negli allevamenti ittici
“Il Ministero dell’agricoltura insieme alle associazioni di piscicoltori (API) e di produttori di molluschi (AMA) ha sviluppato una certificazione che permette di etichettare i prodotti ittici con il claim da “acquacoltura sostenibile”, ma il disciplinare che regola l’etichetta non fornisce una definizione di benessere animale, né menziona criteri chiari per eliminare le principali cause di sofferenza per i pesci negli allevamenti”: così Essere Animali, che, con la campagna Acquacoltura INsostenibile, intende mettere in luce la mancanza di tutele per i pesci nei criteri da rispettare per ottenere questa etichettatura e l’assenza di trasparenza nei confronti dei consumatori.
Per l’associazione animalista “si tratta di mancanze molto gravi considerando che l’OIE, organizzazione mondiale per la sanità animale, riconosce i pesci come esseri senzienti, cioè in grado di provare sentimenti come paura e dolore, e il loro benessere è considerato un elemento ormai così importante da essere menzionato esplicitamente in tutti i documenti ufficiali che affrontano il tema della sostenibilità in acquacoltura, dagli orientamenti strategici 2021-2030 della Commissione europea alle linee guida per le aziende sviluppate dalla Global Reporting Initiative”.
Secondo Essere Animali, “la lacuna più lampante nel disciplinare del Ministero è che, in totale antitesi con gli indirizzi di sviluppo intrapresi da normative e standard di certificazione internazionali, non prevede l’obbligo di stordimento efficace prima della macellazione, di fatto non garantendo il benessere degli animali neanche durante le fasi di fine vita, a differenza di quanto accade per gli animali terrestri, per i quali l’obbligo di stordimento è previsto per legge”.
Acquacoltura sostenibile, le richieste di Essere Animali
Alla luce delle criticità rilevate, Essere Animali avanza le seguenti richieste di modifica, in sintesi (qui il documento dettagliato):
– Integrazione nel disciplinare di una definizione chiara di benessere animale. Una definizione di riferimento è necessaria per poter identificare e interpretare con precisione i criteri di valutazione del benessere dei pesci.
– Obbligo di stordimento efficace prima dell’abbattimento. Diversi regolamenti e linee guida europei e internazionali ritengono prioritario per il benessere animale garantire uno stordimento efficace prima dell’abbattimento non solo agli animali terrestri, ma anche ai pesci. La maggior parte dei metodi utilizzati in fase di abbattimento causano dolore profondo e sofferenza prolungata nei pesci. Questi possono anche impiegare interminabili minuti prima di morire e spesso vengono uccisi senza stordimento preventivo.
– Densità massime e qualità dell’acqua nelle gabbie di mare. Nel disciplinare non vengono forniti parametri di qualità dell’acqua da rispettare per le gabbie di mare, ma è fondamentale aggiungere i valori da monitorare regolarmente, e le rispettive soglie.
– Densità massime e qualità dell’acqua per allevamenti a terra. In accordo con le raccomandazioni del report commissionato nel 2022 dall’Aquaculture Advisory Council, le densità massime non dovrebbero superare i 15 kg/m3 per spigola e orata e i 25 kg/m3 per le trote. In linea con le più recenti pubblicazioni scientifiche, andrebbero rivisti e migliorati anche altri parametri di qualità dell’acqua, come temperatura, livello di ossigeno disciolto, concentrazione di ammoniaca e velocità di corrente