L’impatto del Covid sull’Industria di Marca, Centromarca: dalle aziende cauto ottimismo
Secondo l’Osservatorio Centromarca, in un quadro di forte incertezza l’Industria di Marca (IdM) guarda con cauto ottimismo al futuro. Le tendenze su ordinativi, vendite, investimenti, liquidità e occupazione
L’ultima edizione (marzo 2021) dell’Osservatorio Congiunturale Centromarca, redatto semestralmente – con il supporto di Ref Ricerche – dà voce alle valutazioni espresse dai capi d’azienda delle più importanti industrie alimentari e non food operanti in Italia, mostrando le tendenze dell’economia italiana.
“I dati confermano la forza delle nostre industrie sul mercato interno ed internazionale – rileva Francesco Mutti, presidente di Centromarca. – I risultati sono conseguiti grazie alla capacità di presidiare la fascia medio-alta dei beni di consumo e adottando strategie di costante upgrade qualitativo dei prodotti. L’IdM non esce ridimensionata dalla crisi del Covid-19: le imprese esportatrici hanno aumentato le quote sui mercati esteri, mentre quelle operanti soprattutto sul mercato interno hanno saputo reggere alla pressione competitiva”.
Centromarca, le principali evidenze sulle vendite
Secondo l’Osservatorio Centromarca, gli impatti della pandemia non sono stati uniformi nelle diverse Industrie di Marca.
Il 48% dei manager intervistati registra effettivi positivi per le vendite, potenzialmente continuativi secondo il 16% degli intervistati. Il 40% evidenzia effetti negativi, ma il 30% li considera transitori.
Guardando alle prospettive, il 44% dei capi d’azienda prevede un aumento delle vendite, il 36% stabilità, il 20% diminuzione. Secondo gli intervistati, la portata della crescita nei prossimi sei mesi dipenderà sia dal ritmo della campagna vaccinale sia dai provvedimenti adottati dall’esecutivo.
Gli investimenti
Per quanto riguarda il settore Investimenti, nonostante la crisi economica e l’incertezza delle prospettive, il 53% dei manager dichiara che la crisi Covid-19 non ha modificato gli investimenti aziendali; il 18% indica un impatto positivo.
A trainare gli investimenti sono in particolare: innovazione di prodotto (58% dei rispondenti), introduzione di nuove tecnologie (32%), aspettative di vendita favorevoli (30%). Tra i fattori frenanti, invece, il 48% dei capi d’azienda evidenzia l’incertezza sull’evoluzione della pandemia, il 46% il timore di un generalizzato impoverimento dei consumatori italiani, il 40% incertezza sulle prospettive di medio termine.
Centromarca, liquidità e ordinativi
Il 79% dei rispondenti giudica adeguato il livello di liquidità dell’azienda; il 18% lo considera alto; il 3% lo reputa insufficiente.
“Le evidenze dell’Osservatorio sono coerenti con le statistiche bancarie – osserva Centromarca – che descrivono un’ampia disponibilità di credito alle imprese, a fronte di un significativo aumento del volume dei depositi bancari delle stesse”.
Per quanto riguarda gli ordinativi, tenendo conto del periodo dell’anno, il 41% dei rispondenti giudica normale l’attuale livello del portafoglio ordini; il 28% lo colloca al di sopra dell’ordinario; il 30% inferiore. Le previsioni per i prossimi sei mesi sono di incremento per il 44% dei manager; di stabilità per il 36% e di diminuzione per il 20%.
Occupazione
Infine, per quanto riguarda il settore occupazione, la maggior parte dei manager intervistati (82%) esprime aspettative di stabilità del numero di addetti della loro azienda nei prossimi tre mesi; l’11% prevede un aumento degli organici; il 7% una diminuzione.