Prezzi al consumo, nel 2020 scendono dello 0,2%
Nel 2020 i prezzi al consumo scendono in media dello 0,2%. È la terza volta che accade dopo il 1959 e il 2016. L’analisi dell’Istat e i commenti dei Consumatori
Nel 2020 i prezzi al consumo scendono in media dello 0,2%. È la terza volta che accade da quando è disponibile la serie storica del NIC – l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi. La prima volta era stata nel 1959 e la seconda nel 2016.
Il dato viene dall’Istat che ha diffuso i dati provvisori dei prezzi al consumo, relativi a dicembre 2020. Su base mensile c’è un leggero aumento, mentre rallenta il carrello della spesa che va comunque a più 0,9% su base annua.
I prezzi al consumo
Secondo le stime preliminari, a dicembre 2020 l’indice nazionale dei prezzi al consumo registra un aumento dello 0,3% su base mensile e una diminuzione dello 0,1% su base annua (da -0,2% del mese precedente).
In media nel 2020 i prezzi al consumo diminuiscono dello 0,2%, rispetto al più 0,6% del 2019.
Rallenta il carrello della spesa, che corre comunque di più.
«I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona aumentano dello 0,9% su base annua (in rallentamento da +1,2% di novembre), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto attenuano la flessione portandosi a -0,1% (da -0,3% del mese precedente)».
L’inflazione rimane negativa per l’ottavo mese consecutivo soprattutto per il calo dei beni energetici, un po’ meno marcato (si passa a meno 7,7% rispetto a meno 8,6% del mese precedente). Calano anche i trasporti ma con minore ampiezza (si passa da meno 1,6% a meno 0,7%). Rallentano i prezzi degli Alimentari non lavorati (da +3,2% a +1,6%).
L’aumento su base mensile dipende soprattutto dalla crescita dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (+1,9%) e dei Servizi relativi ai trasporti (+1,8%), solo in parte compensata dalla diminuzione dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (-1,0%).
Prezzi al consumo, andamento storico
L’Istat sottolinea che la diminuzione media dei prezzi nel 2020 è la terza registrata dal 1954.
«Nel 2020, la diminuzione dei prezzi al consumo in media d’anno (-0,2%) è la terza registrata a partire dal 1954, da quando cioè è disponibile la serie storica del NIC (-0,4% nel 1959, -0,1% nel 2016). Analogamente a quanto accaduto nel 2016 e a differenza di quanto verificatosi nel 1959 (quando fu dovuta anche ad altre tipologie di prodotto), la variazione negativa dell’indice NIC è imputabile prevalentemente all’andamento dei prezzi dei beni energetici (-8,4% rispetto al 2019) al netto dei quali l’inflazione rimane positiva e in lieve accelerazione rispetto all’anno precedente».
La voce dei Consumatori: il Codacons
Cosa pensano i Consumatori di questo andamento?
Per il Codacons, che stima un risparmio medio di 80 euro per una famiglia con due figli, «nemmeno il Natale salva l’inflazione, e i prezzi anche a dicembre risultano in calo rispetto al 2019. L’andamento dei listini conferma in pieno le stime del Codacons sulla drastica riduzione dei consumi che ha colpito le festività natalizie, con effetti diretti sui prezzi al dettaglio al punto che anche il carrello della spesa registra una brusca frenata».
UNC: alcuni risparmi solo sulla carta
Il calo dell’inflazione è positivo ma i risparmi per molte voci sono solo sulla carta, commenta a sua volta l’UNC.
«Con il crollo dei consumi e del Pil dovuto alla pandemia, è un bene che l’Italia sia almeno tornata nel 2020 in deflazione. Grazie al rallentamento dei prezzi, infatti, si è contenuta la caduta del potere d’acquisto delle famiglie dovuta alla riduzione del reddito disponibile. Insomma, se le cause della deflazione sono drammatiche, la grave recessione che ha colpito il mondo, gli effetti sono positivi – dice Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori – L’aspetto negativo è che alcuni risparmi sono solo sulla carta, falsati dal lockdown. La divisione trasporti, ad esempio, scesa nel 2020 del 2,3%, produce pochi effetti reale sulle tasche degli italiani, visto che per gran parte dell’anno sono stati costretti a starsene a casa».
Per una coppia con due figli il calo dell’inflazione significa un risparmio di 77 euro ma un aumento di 117 euro per il carrello della spesa, stima l’UNC. Per una famiglia con un figlio il risparmio è di 76 euro ma il carrello della spesa pesa per 106 euro in più.
Federconsumatori e il carrello della spesa
Federconsumatori si sofferma sui prezzi dei prodotti che rientrano nel “carrello della spesa”, ovvero beni alimentari, prodotti per la cura della casa e della persona, il cui tasso cresce del +0,9%.
«Un andamento che continua a destare preoccupazione: la crescita dei prezzi di tali prodotti pesa soprattutto sulle tasche delle famiglie con redditi medio-bassi. Queste ultime – spiega Federconsumatori – sono sempre più costrette a ridurre i propri consumi: nemmeno i saldi o le festività natalizie sono riusciti a risollevare tale tendenza. Questo trend non solo accende un faro di allarme sulla condizione delle famiglie, ma produrrà evidenti ricadute sul fronte del commercio e della produzione».