“L’aumento dell’IVA, se confermato porterebbe un aggravio per le famiglie, in un momento in cui al contrario è necessario riportare a livelli accettabili il loro potere d’acquisto, per rilanciare i consumi e quindi la produzione e a seguire l’occupazione. Ormai è provato che l’aumento di tassazione comporta un decremento del gettito dovuto alla contrazione dei consumi”. Così Pietro Giordano, segretario generale Adiconsum, commenta il probabile aumento dell’IVA, dal 21 al 22%, previsto per 1° luglio. Nonostante le rassicurazioni del ministro Saccomanni, infatti, l’aumento della tassazione sembra inevitabile come inevitabili saranno le ricadute sui bilanci delle famiglie.
La nostra elaborazione sulla spesa media annuale delle famiglie italiane con l’Iva al 22% secondo la variabile territoriale – prosegue Giordano –  ha evidenziato un aggravio pari a 96,65 euro. Considerando che l’incremento sarà in vigore dal II semestre del 2013, la maggiore spesa media in Italia sarà di 48,32 euro.
A livello territoriale la spesa sarà così ripartita: dai 116,84 euro per il Nord-Ovest ai 113,72 per il Nord Est; dai 95,12 per il Centro  ai 75,82 per il Sud e ai 57,69 per le isole.
La nostra elaborazione svolta tenendo conto della categoria professionale, quindi su base reddituale – continua Giordano – ha evidenziato un aumento di spesa annuale a seguito dell’aumento dell’Iva, che va da 141,26 a 76,53 euro. Considerando che l’incremento sarà in vigore dal II semestre 2013, la maggiore spesa a seconda delle varie categorie professionali sarà compresa tra 70.63 e 33,97 euro.


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