Carovana dei ghiacciai, Legambiente: il 2022 anno nero per i Ghiacciai alpini

Carovana dei ghiacciai, Legambiente: il 2022 anno nero per i Ghiacciai alpini (Fonte: Legambiente)

Carovana dei ghiacciai, Legambiente: il 2022 anno nero per i Ghiacciai alpini

Secondo il report finale della Carovana dei ghiacciai 2022, nelle Alpi Occidentali si registra in media un arretramento frontale annuale di circa 40 metri. Legambiente lancia le proposte di policy di adattamento delle aree montane per la gestione delle acque e dei rischi causati da fenomeni meteorologici estremi

Il 2022 è stato l’anno nero per i Ghiacciai alpini, sempre più fragili, vulnerabili e instabili per effetto della crisi climatica e del riscaldamento globale. Ghiacciai che ingrigiscono mentre perdono di superficie e spessore, si disgregano in corpi più piccoli confinati ad alta quota, dove aumentano fenomeni di instabilità quali frane, colate detritiche, valanghe di roccia e di ghiaccio: questa la denuncia, alla vigilia della Giornata internazionale della montagna, di Legambiente e del Comitato Glaciologico Italiano (CGI), che oggi presentano il report finale di Carovana dei ghiacciai 2022.


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Carovana dei ghiacciai, i dati del report

In ciascuno dei tre settori alpini (occidentale, centrale e orientale) i ghiacciai registrano un arretramento – spiega Legambiente – e i più piccoli e alle quote meno elevate stanno perdendo il loro “status” di ghiacciaio, riducendosi ad accumuli di neve e ghiaccio o poco più. Nelle Alpi Occidentali si registra in media un arretramento frontale annuale di circa 40 metri. Importante è il ritiro di ben 200 metri della fronte del Ghiacciaio del Gran Paradiso. A questo e agli altri ghiacciai del Parco del Gran Paradiso il report dedica un focus specifico in occasione del compimento del suo centenario

E, ancora, i ghiacciai del Timorion (in Valsavaranche) e del Ruitor (La Thuile) con una perdita di spessore pari a 4,6 metri di acqua equivalente, la peggiore perdita degli ultimi ventidue anni. Accentuati i ritiri glaciali del Ghiacciaio di Verra (Val d’Ayas), del Ghiacciaio del Lys e degli altri corpi glaciali del Monte Rosa, come il Ghiacciaio di Indren, che in due anni, ha registrato un arretramento frontale di 64 metri40 solo nell’ultimo anno. 

Il Pré de Bar, invece, dal 1990 ad oggi registra mediamente 18 metri di arretramento lineare l’anno; il Miage in 14 anni ha perso circa 100 miliardi di litri di acqua.

“Sorvegliati speciali” i ghiacciai Planpincieux e Grandes Jorasses in Val Ferret (AO) per il rischio di crolli di ghiaccio che potrebbero coinvolgere gli insediamenti e le infrastrutture del fondovalle. Tra i fenomeni di collasso delle fronti – spiega ancora il report Carovana dei Ghiacciai 2022 – spicca quello del Ghiacciaio del Ventina (Gruppo del Monte Disgrazia), che in un anno ha perso 200 metri della sua lingua. Per quanto concerne le Alpi Orientali, del grande Ghiacciaio del Careser (Val di Pejo), rimangono placche di pochissimi ettari, la sua superficie si è ridotta dell’86%. 

Fonte: Legambiente
Fonte: Legambiente

Numerosi gli arretramenti delle fronti, in gran parte dovuti alla cesura delle parti frontali, oltre un chilometro per la Vedretta de la Mare e a 600 metri per il Ghiacciaio di Lares (Gruppo dell’Adamello). E il Ghiacciaio della Marmolada tra quindici anni potrebbe scomparire del tutto, dopo che nell’ultimo secolo ha perso più del 70% in superficie e oltre il 90% in volume. In linea con gli altri due settori le perdite di spessore registrate per i ghiacciai di Malavalle e della Vedretta Pendente. Unica eccezione è il Ghiacciaio Occidentale del Montasio, piccolo ma resistente che, pur avendo subito in un secolo una perdita di volume del 75% circa e una riduzione di spessore pari a 40 metri, dal 2005 risulta stabilizzato, in controtendenza rispetto agli altri ghiacciai alpini.

“Per i ghiacciai italiani, e non solo, il 2022 è stato l’Annus horribilis, e la Carovana dei Ghiacciai 2022, ha fotografato in modo chiaro la drammatica situazione delle nostre Alpi. – ha affermato Valter Maggi, Presidente Comitato Glaciologico Italiano – La temperatura più elevata di sempre nel Nord Italia, oltre ad una riduzione importante delle precipitazioni, ha portato al drastico ritiro delle fronti glaciali e, con poche eccezioni, a bilanci di massa estremamente negativi. Questo è il quadro che emerge dalle misure effettuate dal Comitato Glaciologico Italiano su oltre 250 ghiacciai italiani, che non fanno altro che confermare una tendenza in atto da oltre cinquant’anni.”

Le proposte di Legambiente

Legambiente ha individuato tre settori di azione a cui corrispondono una serie di proposte di policy di adattamento climatico delle aree montane: monitoraggio e attuazione, che  comprende anche la necessità di approfondire le ricerche sulle variazioni dei ghiacciai e del permafrost e sul loro comportamento futuro; formazione e conoscenza: tra cui la promozione a livello locale di piani per la sensibilizzazione, conoscenza e informazione sul cambiamento climatico; programmazione: tra le azioni proposte il consolidamento di sinergie tra scienza, politica e società per una governance integrata del territorio.

La crisi climatica non arresta la sua corsa, sembra anzi accelerare ad un ritmo impensabile anche dagli stessi esperti, non risparmiando le nostre montagne, sua sentinella principale. – ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente– In occasione della Giornata internazionale ad esse dedicata torniamo a ribadire l’urgenza di programmare al più presto una reale governance del territorio e dei rischi ad esso connessi, con adeguate strategie e piani di adattamento al clima su scala regionale e locale, a tutela dei territori e delle comunità”.

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