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L’Arbitro per le controversie finanziarie (ACF) ha riconosciuto un indennizzo di 25.000 euro a favore del cliente di una banca che non aveva rispettato gli obblighi di informazione sugli investimenti finanziari. Il caso, riportato dal Centro Tutela Consumatori Utenti, riguarda l’acquisto di titoli (obbligazioni convertibili in azioni, di una primaria banca italiana) effettuato da un risparmiatore, cliente di altra banca locale, per un controvalore di 50.000 euro.

Investimenti finanziari, CTCU: il cliente non ha ricevuto un’informazione adeguata

Prima della conclusione dell’operazione di investimento – si legge nel comunicato stampa – la banca intermediaria aveva sottoposto al proprio cliente il cosiddetto questionario MIFID, un documento utilizzato dalle banche per valutare le caratteristiche dell’investitore e l’adeguatezza dell’investimento. Tra le altre cose, anche la propensione al rischio, l’obiettivo di investimento, la conoscenza di strumenti finanziari.

La banca – prosegue – aveva informato il cliente per iscritto, prima dell’acquisto, di come l’investimento non fosse per lo stesso “adeguato”. Qualche anno dopo l’acquisto, le obbligazioni erano state convertite in azioni. Tali azioni avevano poi subito un significativo crollo di valore, causando al risparmiatore un’elevata perdita: poco meno della metà della somma investita.

 

Investimenti finanziari
Investimenti finanziari

Dall’esame della documentazione contrattuale effettuata dal Centro Tutela Consumatori Utenti (CTCU), è emerso che, “al momento dell’acquisto, non era stata fornita al cliente alcuna specifica scheda informativa sul titolo da acquistare e che parte della stessa documentazione non era consona, in quanto riportante una situazione dell’emittente risalente a ben due anni prima dell’acquisto, quando lo stesso poteva vantare un rating decisamente migliore di quello del momento dell’acquisto”.

Rimasto senza esito il reclamo iniziale, il CTCU ha successivamente fornito assistenza al cliente nella presentazione di un ricorso all’Arbitro per le controversie finanziarie (ACF). L’ACF, esaminato il caso, ha rilevato come la mancanza di informazioni da parte della banca fosse stata un elemento cruciale per il cliente e ha deciso un risarcimento a favore dello stesso, che la banca ha provveduto a liquidare rapidamente.

“Il caso è esemplare per noi sotto due aspetti – spiega la direttrice del CTCU, Gunde Bauhofer – Da un lato è chiaro che questi collegi arbitrali (ACF, ABF) contribuiscono in modo significativo a dare attuazione quotidiana a diritti dei consumatori. Dall’altro, mostra chiaramente quanto sia importante l’analisi della documentazione contrattuale, soprattutto nel caso di investimenti finanziari”.

CTCU: chiedere sempre consiglio a un consulente

“Un questionario MIFID, ad esempio, dovrebbe essere compilato dai clienti in tutta tranquillità e non invece, come spesso accade, firmando moduli già precompilati – spiega ancora la direttrice del CTCU.

Questo perché quanto dichiarato nel questionario può far pendere la bilancia a favore oppure a sfavore dei diritti del risparmiatore-investitore. È inoltre fondamentale che banche e intermediari finanziari mettano a disposizione dei risparmiatori informazioni chiare e trasparenti”.

Gunde Bauhofer spiega, ad esempio, che nell’ambito assicurativo è previsto il cosiddetto KID (Key Information Document), nel quale, attraverso l’“analisi degli scenari”, vengono simulati i possibili sviluppi futuri di un investimento (buono, medio, scarso…).

“Nel nostro caso – conclude – se il nostro risparmiatore avesse ricevuto informazioni più accurate da parte della banca intermediaria, avrebbe potuto comprendere, da subito, che il titolo che egli aveva ritenuto sicuro, era tutt’altro che sicuro, soprattutto perché poteva essere convertito in azioni, e quindi ci avrebbe pensato due volte prima di acquistarlo. Buona regola è sempre la seguente: in caso di dubbio, prima di firmare un contratto, è bene chiedere consiglio e maggiori informazioni a consulenti indipendenti”.


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1 thought on “Investimenti finanziari, l’ACF riconosce un indennizzo di 25.000 euro a un risparmiatore

  1. Nel 2014 ho investito 6000,00 euro in 1
    polizza cnpvita Unicredit dove mi veniva riconosciuto un interesse annuale lordo al 3,20 %, scadenza a 6 anni.Scaduti i 6 anni al 6 agosto, mi sono trovato a riscattare la polizza e la banca mi ha restituito la somma di 6348,00 euro dicendo che ho ricevuto così poco perché la borsa non ha fatto maturare le azioni come previsto. Stranamente dopo 2 soli anni, con interessi precontrattuali, al dicembre del 2016 la polizza aveva un valore lordo di 6380,00 euro e al momento del riscatto poco meno di 6500,00 euro che con le trattenute..
    …. a mio parere un furto!

Parliamone ;-)

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